Gangi è un orecchio. Un racconto per immagini

Gangi è un orecchio. Un racconto per immagini

 

a cura di Ivana Margarese

 

immagini fotografiche di Gangi di Arianna Di Romano

 

la foto di Arianna Di Romano e Ivana Margarese è di Emanuela Mannino

Gangi è un paese di montagna in Sicilia e per me è la storia di una amicizia.

Mi sono persa a Gangi molte volte. Quasi fosse un labirinto in cui le strade si incrociano e le direzioni confondono.
L’uscita che mi aspettavo di percorrere è una strada sbarrata. Devo tornare indietro e con pazienza ricominciare. Le strade che avrebbero dovuto condurmi in un luogo mi allontanano da dove avevo in mente di sostare. Rielaboro di nuovo il percorso.

Gangi, a dispetto della solidarietà dei suoi abitanti, è faticosa perché richiede attenzione e equilibrio; mi indica chiaramente che il dritto convive con il rovescio, il basso con l’alto. Mescola i fili di Arianna.

Suolo misterioso in cui il cielo viene raccolto in sfumature pastello come invito a meditare ma, quasi nel medesimo istante, sembra dirti che il cielo a cui ti stai inclinando è in basso, proprio ai tuoi piedi. Una nota fotografia francese mostra ciò che c’è in una pozza d’acqua, il cielo respira in basso e il bambino fa un cerchio e si solleva.

C’è la Chiesa dei preti morti, tenuti su senza troppo pudore. Accanto a loro corpi mummificati di bambini o di donne. Una di loro è bellissima. Come può una mummia comunicarmi così tanta eleganza? Se non avessi rispetto della morte, l’avrei consumata tra le mie immagini, mostrata a tutti premendo con le parole: non è bellissima ? Ditemelo.

Ci sono tracce di donne uccise, la cui storia non è stata raccontata. Nessuno ha scritto e nessuno ha letto. Se le ricordano però nel paese. Giovanna che portava il mio stesso nome e aveva, immagino, grandi occhi azzurri un po’ incavati per lo sforzo di incontrare ogni volta colui che amava di nascosto. Salvi i due uomini. Lei ammazzata. Il figlio che gioca col suo riflesso uccide un’altra donna.

C’è un pittore zoppo, che unisce la levità al fermo. E c’è un prete poeta che solo tra tutti ha vissuto a Gangi così intensamente da sentirne forte forte le voci. Si è gettato in un pozzo.

Gangi è un orecchio a cui Dio sussurra per inchiodare la sua forma alla terra, ricordandoci di mantenere radici anche quando prendiamo la rincorsa per sollevarci. 

P.s: sulla parete, alle spalle mie e di Arianna in fotografia, una fila di cucchiai raccoglie l’aria in un suono che non distinguo.

1 Comment
  • Acquaviva Angela
    Posted at 07:50h, 28 Agosto Rispondi

    Che sofferenza non poter sapere di più di Giovanna,di suo figlio,del prete poeta,degli altri preti,del pittore zoppo per poterli far ritornare a vivere per un po’ nella mia mente e nel mio cuore!

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