30 Mar “Il silenzio degli oracoli” (Flavio Ferraro)
di Emanuela Tolomeo
La scrittura ‘architettonica’ nell’opera “ Il silenzio degli oracoli” del poeta Flavio Ferraro determina gli spazi in cui avviene la ricerca del sé e dell’ Assoluto che si discosta, nella forma, dai canoni della poesia classicistica e ne risignifica i contenuti.
La ‘parola estrema’ è azione
“farne confine,
parola estrema.
Uno spazio di chiarore,
che io voglio varcare:
uno stagliarsi,
uno stare contro il cielo.”
Innalza le altezze stilistiche, delimita gli spigoli dell’anima, i fogli, bianchi come una corsa , afflato, e le cadute volute e vertiginose nello spazio vuoto
“Attraversare non è nulla.
Solo nel vuoto il vuoto si colma”
Gli elementi naturali come strutture di equilibrio, l’ albero è leva che solleva la terra e ne capovolge l’ordine
“l’albero, che nessuna fonte
nutrì; nato da sé, fonte
lui stesso: l’albero neve.
Dai rami nudi, rivolti
verso il cielo; e le radici,
fin dentro la terra.
Per sollevarla.”
E il buio è luce e non c’è abisso nella discesa, si cade verso l’alto, cadere è essere accolti
“ più nera ancora
la mano che raccoglie.”
Lo svolgersi della storia alternanza di vuoti e pieni, segni che sono parole, versi. E la ricerca continua in “Sarà il bastone a insegnarmi il deserto”, luogo in cui l’anima trova se stessa, le proprie radici archetipiche, spiritualiste fino all’eliminazione delle strutture di pensiero.
Sperimentale e astratta continua il passaggio attraverso la materia
“Sponda del lago, quanto
per me indubitabile
entro una macchia
di faggi che si oscura
se la guardi, senza sintassi
come fiori di novembre.”
Fino all’eliminazione della sintassi come negazione della fede nelle strutture, “ le parole in cui non credo” scrive il poeta.
Decadenza ed esaltazione, climax costante di immagini e suoni fluidi, autunnali e luminosi insieme.
Parole-segni, nere come il buio mettono in luce il silenzio che è esso stesso luce e lo riempiono di significato nel percorso che ognuno di noi fa , nel continuo chiedere a se stessi, in un mondo in cui la risposta è tutto, solo il silenzio dà le risposte all’esistenza umana.
Parole-elementi architettonici, angoli e pilastri che sorreggono il significato simbolico dell’opera, ‘ costellazioni’ ‘luce’, ‘non qui, lontano’, ‘siate chiare mie parole’, ‘sì, lo voglio’, continue esortazioni del poeta alla sua interiorità, fil rouge, raccordi in cui il poeta parla a se stesso, culmine sentimentale e l’amore è la scrittura poetica, un insieme che comprende il rapporto biunivoco tra bianco e nero e che si interseca con i marroni autunnali , nutrimento visivo e in cui le cadute danno il significato dell’esistenza e ne trovano un luogo simbolico.
Opera ricca, simbolica nella ricerca dell’Assoluto:i l silenzio degli oracoli che non rispondono nel mondo contemporaneo, il Kali Yuga, così definito dal poeta, riferendosi all’epoca più oscura in cui lo splendore viene soffocato dai conflitti .
Un’opera letteraria pura, ricca, completa.
Gianfranco fabbri
Posted at 23:33h, 30 MarzoComplimenti, caro Flavio!!! E brava Emanuela Tolomeo.