11 Dic Donne musulmane: un ritratto contro stereotipi e luoghi comuni
di Giuliana Cacciapuoti
Immagine in copertina di Shirin Neshat
Ho deciso di scrivere questo libro pensando alle tante conferenze, incontri, conversazioni tenute nel corso della mia lunga carriera: le domande e le perplessità nei confronti del mondo musulmano non sono mai cambiate. Quesiti inespressi, la rilevazione del bisogno di strumenti di analisi che aiutino ad andare oltre un pensiero implicito, nascosto se non addirittura inconscio.
Rispondere alle domande che nel corso degli anni mi sono state rivolte con maggior frequenza, chiarire senza esprimere un giudizio di valore – né giusto né ingiusto – è quel che in queste pagine mi sono riproposta di fare. Inevitabilmente in ogni persona riaffiorano attitudini culturali, retaggi, influenze stratificate e nascoste nel pensiero che sono il prodotto di mentalità, idee e immagini sedimentate da secoli. Ho pensato allora di provare ad affrontare quelle questioni cruciali che le drammatiche notizie di cronaca, ci propongono, illuminando la vita di tante donne, che nel mondo rivendicano il diritto all’indipendenza alla libertà e ai diritti umani.
Chi partecipa a incontri e lezioni dedicate alla conoscenza e alla relazione con il mondo musulmano ha spesso idee e opinioni frutto dell’immaginario collettivo. Questo si sostanzia attraverso un processo di sintesi di informazioni apprese dai mezzi di comunicazione – notizie spigolate su riviste, social, talk show e serie televisive – cui, talvolta, si aggiunge un’infarinatura di studi, esperienze e letture personali. Una miscela filtrata attraverso la propria scala di valori e retroterra culturale, politico, ideologico. Il risultato finale oscilla tra la fascinazione, lo sconcerto, la presa di distanza, la disapprovazione e l’incomprensione fino a giungere a una aperta ostilità nei confronti di un sistema di vita che appare opposto al nostro. In tale contesto diventa complicato raccontare il mondo islamico con criteri di realtà. Ancora più difficile è presentare il mondo musulmano al femminile. Una relazione ambigua si intreccia tra conquiste femminili, esperienze, storie e battaglie – personali e collettive – volte ad ottenere diritti ed emancipazione nei due mondi: quello occidentale e quello musulmano. L’intento di questa pubblicazione è raccontare l’Islam dal punto di vista femminile, svelando stereotipi, scardinando pregiudizi e superando steccati eretti, talvolta, anche in modo inconsapevole. Quel che ci si propone è divulgare e chiarire senza esprimere giudizi di valore; senza tracciare una rigida linea di demarcazione tra “pro e contro” che divida usanze, scelte e convinzioni nelle categorie “migliore” e “peggiore”. Gli strumenti della conoscenza e dello studio scientifico delle discipline principali della cultura arabo-islamica, unitamente alla lettura diretta delle fonti religiose, storiche e giuridiche, accompagnate dall’esperienza quarantennale nel settore attraverso l’attività accademica e la ricerca di un lungo e ricco percorso professionale, si raccolgono in questo testo per fornire elementi di conoscenza e comprensione.
La copertina del libro, illustra se si decodifica, l’idea che il mio libro racconta. L’arte calligrafica araba e islamica trasforma le parole scritte in elementi decorativi e artistici, perché l’Islam preferisce usare forme geometriche e non riprodurre esseri viventi. Tra i diversi stili i caratteri geometrici “kufici” semplici e nitidi, sono quelli scelti per l’immagine di copertina. Le parole arabe che contornano la griglia centrale sono ripetute il vocabolo “an-nisa’i”, le donne, al plurale. Circondano l’elaborazione grafica, messa nel centro, della stilizzazione delle imposte di legno dietro le quali le donne guardano senza essere viste. Le” mashrabiyye” raccontate ad esempio nei romanzi della trilogia del Cairo del Nobel per la letteratura dall’egiziano Neghib Mahfuz.
L’immagine simbolo in copertina mostra idealmente le donne fuori dalle case e dagli spazi chiusi: sono loro che circondano il paravento, sono uscite per le strade e guardano il mondo e si fanno guardare.
Il colonialismo europeo e occidentale, nella considerazione degli altri modelli culturali, ha sempre additato la condizione subalterna femminile delle culture altre come segno evidente di inferiorità, questo è particolarmente riferibile all’Islam che annovera tra i segni culturali distintivi marcati e visibili l’uso del velo e la segregazione delle donne.
Elaborare una riflessione sulle donne musulmane, con le giuste istanze di autonomia, indipendenza e affermazione di sé, non elide l’adesione alla cultura, la tradizione e l’appartenenza all’identità islamica. Troppo facilmente si dimentica che le principali protagoniste delle battaglie e delle lotte per i diritti umani nel mondo dell’Islam sono e restano musulmane. Esse criticano e denunciano le storture dei regimi oppressivi e dittatoriali senza rinunciare al proprio universo culturale e religioso: in virtù del principio di eguaglianza dell’Islam combattono le loro battaglie, sottolineano la pressione e la contraddizione delle leggi islamiche che potrebbero e dovrebbero tutelarle, evidenziando quanto le leggi consuetudinarie, le tradizioni locali e quelle tribali le condannino all’invisibilità.
La riflessione, che vorremmo divenisse collettiva, verte sulla trasversalità di un fenomeno: il persistere dei modelli patriarcali. In ogni emisfero in cui domini l’universo maschile è stata imposta alle donne una vita di limitazioni e oppressione. Ovunque viga una legge che le esclude dalla sfera pubblica, dalla “polis”, restano – come afferma Nawal el –Sadawi, femminista egiziana – invisibili perché ” ..gli uomini non si velano né si spogliano”. Ogni opinione e affermazione può essere condivisa, criticata o discussa e certamentemolti temi di assoluta attualità dal femminismo intersezionale, il tema dell’omosessualità, parola impronunciabile, le tematiche legate alle prospettive queer e della situazione di Lgbtq+ non sono state affrontate per miei limiti, per gli approfondimenti lascio alcuni riferimenti nella bibliografia. In fondo è questo l’obiettivo del mio scrivere: é impossibile essere esaustiva e allora mi fermo a osservare, riflettere, discutere senza pregiudizilasciando diritto di parola alle protagoniste.
Mi interessa la possibilità di dialogo e confronto, perchè la voce e le voci delle donne non solo debbono essere ascoltate, chiare e forti, ma perchè se non si odono voci di donne, vuol dire che autonomia, libertà e diritti collettivi sono già stati messi in pericolo e cancellati.
Le nostre società non hanno bisogno di silenzi – oggi più che mai – e velate o non velate lo spazio pubblico ci appartiene ed è il luogo dove continuare a operare, lavorare e partecipare, perchè se anche ce lo prospettassero, la strada giusta non è mai quella che ci riporta a casa.
Qui si raccontano, con semplicità, aspetti della vita delle donne musulmane. Una realtà complessa, diversificata e globalizzata che affonda le sue radici e si confronta con la tradizione storica e religiosa dei primi secoli dell’islam. Un viaggio tra passato e presente, stereotipi e pregiudizi, modernità e cambiamenti, la lunga battaglia per il riconoscimento dei diritti e del ruolo nella società senza dimenticare aspetti importanti nella vita delle donne, la famiglia, il lavoro e lo spazio nella sfera pubblica. “Donne musulmane: un ritratto contro stereotipi e luoghi comuni” è un incontro intenso, narrato con passione e rispetto, con un pizzico di vis polemica e un tocco di leggerezza tra stili, veli e moda islamica.
Il testo si rivolge a un pubblico interessato ma non addetto ai lavori senza addentrarsi in tecnicismi e speculazioni accademiche. L’intento divulgativo è sostenuto da un apparato di note attraverso cui si forniscono informazioni e si indicano testi e articoli che consentono l’approfondimento. Sul sito www.giulianacacciapuoti.it si possono consultare glossario e articoli di approfondimento relativi agli argomenti trattati. In queste pagine ho inteso condividere, alla luce degli anni di studio ed esperienze, uno sguardo personale con intento divulgativo e rendere omaggio agli incontri avuti con tante donne musulmane in diversi luoghi del mondo; credenti e non, famose e non, studiose, professioniste, attiviste, casalinghe, studentesse, letterate, sindacaliste, lavoratrici, madri figlie mogli, rivoluzionarieo conservatrici, osservanti o contestatrici. Donne cosmopolite, professioniste impregnate a raggiungere posizioni prestigiose, rifugiate e in fuga da regimi oppressive e illibertari, immigrate di successo e non, nuove generazioni con le idee chiare, un mondo complesso interessante con lo sguardo rivolto verso il futuro.
Biografia
Giuliana Cacciapuoti (1959) laureata in lingue e civiltà orientali presso la sezione medio oriente dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli studia, progetta e insegna lingua e cultura araba e musulmana nel mondo da oltre quarant’anni. Propone uno sguardo non convenzionale delle realtà del mondo arabo e musulmano nel contesto attuale della società globale. La permanenza e la collaborazione con realtà accademiche e della società civile nel Nordafrica e del Vicino Oriente insieme con la stretta collaborazione con ONG e associazioni di donne musulmane anche delle comunità residenti in Occidente alimenta la conoscenza dei desiderata delle donne musulmane senza stereotipi o steccati culturali. Nel 2014 ha fondato GCCK – Giuliana Cacciapuoti-Connecting Knowledge (https://www.giulianacacciapuoti.it/ )- per unire idee e visioni opposte, far dialogare e cooperare personalità differenti in modi inaspettati, valorizzare conoscenze, competenze ed esperienze diverse. Insegna nei corsi di alta formazione e specializzazione “Comunicare con l’Islam”, pubblica articoli e contributi scientifici su riviste accademiche e sul suo sito.
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