30 Dic Call di fine anno – Memoria e immaginario
Negli anni Novanta del secolo scorso, l’attesa per il nuovo millennio era enorme. Il Duemila era per alcuni quasi una sognata isola di Utopia. Si immaginavano nuovi arcipelaghi.
A distanza di più di vent’anni, pare a molti che il Duemila abbia invece accentuato soprattutto il grigiore: l’orizzonte di attese si è assottigliato fino ad annullarsi, lasciando prevalere l’adattamento alla realtà così com’è, e la violenza, dopo l’undici settembre, si è riaffacciata come non accadeva da oltre sessant’anni, mettendo in forse diritti e libertà che sembravano acquisiti.
Al confine dell’Europa c’è la guerra; l’Afghanistan, grande sfida d’inizio millennio, è ritornato in mano a un regime oscurantista che ha fatto a pezzi l’intero orizzonte vitale delle donne della regione; in Iran le donne che combattono per un migliore prospettiva di vita vanno incontro a una repressione brutale, che vede lo stupro fra le tecniche di tortura e di morte. Se trent’anni fa c’era molto da fare per i diritti dei migranti, oggi la morte in mare o per assideramento sembra la regola per chi cerca una vita migliore – una regola tranquillamente accettata dalle popolazioni occidentali. Le minoranze restano perseguitate e discriminate nella maggior parte del mondo, al di là di impegni sempre più generici e formali. Di fronte a questa realtà, accade di aver nostalgia di quello che nei decenni passati chiamavamo l’immaginario. Ma è un apparente controsenso, aver nostalgia di una cosa naturalmente orientata al futuro come l’immaginario. Noi di “Morel” vorremmo provare a ripercorrere questa svolta storica e antropologica attraverso le parole dei nostri lettori. Vi chiediamo perciò di inviarci testi brevi di diversa natura -sia narrativi, sia saggistici, sia contaminazioni di varie tipologie testuali- che indaghino sul rapporto tra memoria e immaginario alla luce delle considerazioni sopra esposte.
Sarà nostra cura valutarli ed eventualmente pubblicarli.
A partire da oggi scrivete a morel.vocidallisola@gmail.com
(immagine di copertina: Vivian Maier)
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