Arte e consapevolezza. Una nuova ecologia, politica, etica, estetica, spiritualità …per cambiare il mondo

Maurizio Cattelan, Sebastiano Salgado, Banksy, Marina Abramovich sono alcuni dei protagonisti della rassegna Arte… e consapevolezza, che si terrà dal 12 febbraio al 9 giugno a Palermo presso il centro studi Anghelos, in via Pirandello 40.
Un ciclo di incontri che lega l’arte al processo di consapevolezza e trasformazione capace di condurci a un diverso rapporto con noi stessi, con gli altri e col mondo che ci circonda. Un mondo di cui siamo tutti responsabili. Ci si domanda se l’arte possa ancora contribuire a migliorare il mondo, a cambiarlo, assicurando la crescita culturale dei cittadini di oggi e di domani. La nostra rivista seguirà questi incontri e ne farà materia di riflessione. Il primo intervento è un intervento introduttivo, qui di seguito riportato, scritto di Fabio Alfano, curatore della rassegna insieme a Cinzia De Luca, con invito rivolto a tutti e a tutte a partecipare alla domanda. 

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di Fabio Alfano


L’arte quale forma di pensiero e di comunicazione genera certamente conoscenza e quindi consapevolezza. E la genera in modo non convenzionale, perché essendo pensiero intuitivo che mira in modo espressivo alle emozioni, talvolta veicola più facilmente e in modo più efficace dei messaggi che, se veicolati in altro modo, avrebbero maggiori difficoltà ad arrivare.
L’arte intuisce, immagina, anticipa, crea, commuove, indica e in qualche modo insegna … crea appunto consapevolezza.
Dal canto suo consapevolezza significa ‘aprire gli occhi’ e vedere in profondità la realtà, le cose come effettivamente stanno, è scoprire nuovi punti di vista, soluzioni, direzioni per risolvere i nodi e le contraddizioni di questa realtà osservata.
La consapevolezza crea quindi cambiamento di pensiero, di convinzioni, trasformazione dei comportamenti , possiamo dire evoluzione. Anche l’arte pertanto, promuovendo consapevolezza, genera cambiamento, trasformazione, evoluzione.
Ma l’epoca che stiamo vivendo non necessita forse di grandi trasformazioni? Di nuove direzioni? Di nuovi comportamenti dettati da nuovi punti di vista, più consapevoli rispetto al passato, per risolvere i mille problemi e le forti contraddizioni che attanagliano questo pianeta e chi lo abita? In riferimento per esempio al nostro rapporto con la natura, all’inquinamento che produciamo, al nostro modo di costruire città, di stare insieme, di condividere le cose comuni, ai nostri pregiudizi e le nostre assurde convinzioni che limitano la libertà di poter vivere ognuno la propria diversità, ai grandi nostri limiti mentali che ci impediscono di andare oltre l’apparenza delle cose e scoprire nuove necessarie dimensioni dell’essere ?
In questo processo di revisione delle nostre convinzioni, superamento dei nostri limiti, di ricerca di nuovi paradigmi , l’arte, come ha sempre fatto (da quella antica a quella di oggi, contemporanea) può essere di grande aiuto, dobbiamo però imparare a utilizzarla per comprendere appunto meglio noi, gli altri, il mondo che ci circonda, la vita, lo spirito del nostro tempo.
Da queste ed altre riflessioni nasce la rassegna di video dal titolo Arte… e consapevolezza. Una nuova ecologia, politica, etica, estetica, spiritualità … per cambiare il mondo promossa da Anghelos centro studi sulla comunicazione, con vari patrocini, e curata da Fabio Alfano e Cinzia De Luca. 10 appuntamenti, dal 12 febbraio al 9 giugno, presso la sede dell’Anghelos, che, attraverso le opere e il pensiero di alcuni tra i più noti artisti figurativi del momento ma anche di architetti, designer, fotografi, esplorano ed evidenziano gli importanti messaggi che questi autori lanciano all’umanità in materia di ecologia, politica, etica, estetica, spiritualità, ecc proprio perché avvenga, ed anche urgentemente, un radicale cambiamento.

E ci riferiamo alle provocazioni ma anche alle proteste nell’ambito politico, sociale, religioso, culturale, ecc di Cattelan, Banksy, JR (attraverso macro foto open air, graffiti ‘a sorpresa’i, installazioni dissacranti, ecc) finalizzate a rompere alcuni schemi distruttivi che imprigionano la nostra società e aprire così nuovi spazi di libertà, materiale e mentale, alle installazioni di Olafur Eliasson che ci fanno fare esperienza di nuovi modi di percepire lo spazio abitativo, l’ambiente, la società oltrepassando ogni ingannevole illusione, alle ricerche sul corpo e i suoi limiti di Marina Abramovic in direzione di nuove dimensioni ‘energetiche’ dell’essere da sperimentare esplorando anche ambiti poco praticati quali, per esempio, l’assenza di azione e il silenzio. Ci riferiamo alle visioni ‘in video’ di Bill Viola che rallenta il tempo per farci osservare i passaggi, le transizioni, i mutamenti della vita che ci mettono in contatto con una trascendenza con cui dobbiamo imparare a fare i conti, alla ricerca del ‘Terzo Paradiso’ di Michelangelo Pistoletto, una nuova era che, secondo l’artista, l’umanità dovrà vivere mettendo insieme natura e artificio, conoscenze che ci provengono dalle arti ma anche dalle scienze contemporanee.
E, passando all’architettura, alla fotografia, ci riferiamo all’appello alla bellezza, come dimensione necessaria della nostra quotidianità, lanciato, in un ‘auto racconto’, da alcuni edifici di architettura moderna e contemporanea quali la Filarmonica di Scharoun, il Salk Institute di Louis Kahn, l’Opera House di Snoetta, nel docu film, a più regie, curato da Wim Wenders, dal titolo Cattedrali della Cultura, un appello che viene fuori anche attraverso gli scatti di Gabriele Basilico sulla città contemporanea di poca qualità che riescono a trasfigurare il brutto in bello, o nella narrazione fotografica della sublime bellezza della natura incontaminata di questo pianeta che Sebastiao Salgado contrappone al racconto sui macro drammi dell’umanità quali esodi, guerre, carestie, ecc. E in ultimo, coinvolgendo anche il design, ci si riferisce ad alcuni oggetti di Gaetano Pesce che ci invitano a riflettere, attraverso per esempio una poltrona, su vecchi preconcetti sul ruolo delle donne, agli oggetti di Tarshito che fanno da ponte con una nuova visione spirituale della vita, alle architetture visionarie di Michele De Lucchi che ci propongono nuovi luoghi dell’essere, ecc. 
Ecco, tutto questo secondo noi può aiutare a ‘cambiare il mondo’ in quanto è nuova consapevolezza che trasforma innanzitutto noi e poi a seguire il ‘tutto’ di cui facciamo parte. Sta a noi sintonizzarci.

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