23 Feb Elisa Ruotolo, “Il lungo inverno di Ugo Singer”
di Giorgio Galli
Quella della tartaruga Ugo Singer e del topo Sam è una piccola storia piena di tenerezza e di pietà verso tutte le creature che attraversano questa vita da mortali. Un inno alla vita nella sua pienezza, che include anche la morte. Che cos’è la vita, per Elisa Ruotolo? Essa coincide col desiderare. Quasi tutti identificano la vita con ciò che si riesce a realizzare. La scrittrice campana la trova invece in tutto ciò che precede la realizzazione: nell’essere di tutto ciò che può essere.
È la capacità di desiderare a rendere unica la vita di Ugo Singer, e prima ancora quella di suo padre Adam. Il rapporto tra il desiderio e gli ostacoli che gli si frappongono è cruciale nell’opera della scrittrice. Nel suo primo racconto illustrato, Una grazia di cui disfarsi, la protagonista Antonia Pozzi veniva continuamente ostacolata -dalla famiglia e dalla mentalità del tempo- come essere desiderante. Nel romanzo Quel luogo a me proibito troviamo un desiderio -soprattutto carnale- frustrato da una nevrosi oscura, che ancora una volta origina da una famiglia opprimente. La raccolta di poesie Corpo di pane oppone alla forza del desiderare una lacuna nella vitalità, una sconnessura fra la potenza immaginativa e la capacità di stare nella realtà dell’io poetico. In questa favola invece, fra Ugo Singer e il suo desiderio di conoscere il mondo si interpone la sua stessa natura: il suo andare in letargo, la sua lentezza, il suo carapace. È solo grazie all’aiuto di Sam che egli riuscirà a realizzarlo. Ed è nell’accogliere il desiderio dell’amico che il piccolo topo riesce a prolungare la sua esistenza, a raggiungere una sorta d’immortalità.
Il lungo inverno di Ugo Singer è prima di tutto la storia di una grande amicizia. Se Quel luogo a me proibito era il romanzo dell’impossibilità di essere in due, Ugo Singer è un inno all’essere in due, al completarsi e sostenersi a vicenda di due vite. Un completarsi e sostenersi che non si realizza nell’amore, ma in una profonda tenerezza. Sam ci ricorda che la tenerezza è perfino superiore all’amore, perché è disinteressata come l’amore spesso non è. L’amore è desiderio reciproco, la tenerezza un desiderio profondo che l’altro sia al mondo nella sua pienezza.
La parola di Elisa Ruotolo, più che mai nuda, più che mai poetica, si sposa con le illustrazioni di Chiara Palillo, che giocano sul semplice contrasto tra colori caldi e freddi per evocare proprio la dinamica del desiderio e dell’ostacolo posto al desiderio, del calore della vita e della freddezza della morte.
Abbiamo bisogno di scrittrici come Elisa Ruotolo: che, con la grazia di una tartaruga o di un topolino, ci ricorda quello che il mondo spesso ci fa dimenticare: lo scorrere del tempo, la finitezza della vita, ma anche la qualità dirompente dell’immaginare. Nel nostro tempo siamo continuamente schiacciati dalla realtà così com’è. Benvenuta dunque ancor di più l’opera della scrittrice.
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