20 Set Terrazza d’Autore. In dialogo con Stefania La Via e Ornella Fulco
a cura di Ivana Margarese e Nina Nocera
Terrazza d’Autore è una rassegna letteraria che ha avuto inizio nel 2006 dalla passione e dalla professionalità di Stefania La Via e Ornella Fulco, con il proposito di diffondere il piacere della lettura. È una testimonianza di impegno culturale sul territorio e di amicizia duratura nel tempo.
Abbiamo voluto dare voce a questo spazio accogliente, nato dalla creatività di un sodalizio femminile, dopo essere state quest’anno ospiti a conclusione della rassegna e avere goduto della straordinaria energia e della cura che Terrazza d’Autore crea ogni anno.
Terrazza d’Autore è la rassegna letteraria che curate da tanti anni, giunta alla sua XVIII edizione. Quali sono gli ingredienti che vi permettono di svolgere con grande professionalità, da così tanto tempo, questo appuntamento letterario?
Terrazza d’Autore è nata nel 2006 con il proposito di diffondere il piacere della lettura. Fin dall’inizio abbiamo scelto la formula che la caratterizza, legata al fascino della parola narrata: abbiamo cominciato così a proporre il racconto di un romanzo, l’approfondimento della produzione poetica o letteraria di autori del Novecento, la narrazione di un’opera teatrale, il connubio tutto speciale tra parola e musica, dedicando importanti finestre anche alla letteratura straniera contemporanea e non solo occidentale.
La rassegna è collegata alle attività del Museo di Arte contemporanea-Centro Culturale “San Rocco” di Trapani e collabora con le biblioteche del territorio e con le librerie indipendenti per promuovere un circuito virtuoso della lettura. Tra gli autori oggetto di narrazione, grandi nomi della Letteratura contemporanea e numerosi scrittori, scrittrici, poeti e poete meno noti o “dimenticati” ai quali si vuole restituire una nuova opportunità di incontro con i lettori.
Terrazza d’Autore costituisce ormai un appuntamento conosciuto, apprezzato e caratterizzante del territorio valdericino con la sua proposta culturale. L’ingrediente principale è la nostra passione per i libri e il desiderio di condividere spunti di riflessione, di creare nel pubblico il gusto per la Letteratura di qualità, quella che amiamo definire “a lunga scadenza”, rendendo anche un servizio utile al territorio in cui viviamo. La nostra cifra è la gratuità insieme alla capacità di attrarre in questo progetto le voci di autori e autrici che condividono la modalità che abbiamo scelto per i nostri appuntamenti. Non la classica presentazione ma una formula più ricca e complessa. Ogni incontro della rassegna è un momento magico, un evento irripetibile che accade sul palco, curato nei dettagli e in cui ampio spazio viene dato alla parola del testo.
Entrambe ci alterniamo nella conduzione e nella lettura dei brani – essendoci nel tempo formate sulla lettura ad alta voce – e talvolta lo facciamo anche con l’ausilio di altri lettori. Un altro ingrediente importante è il piacere di costruire ciascun appuntamento, studiando e approfondendo le nostre conoscenze, attorno alla tematica scelta. Un lavoro “artigianale”, si potrebbe dire, che trova davanti al pubblico il suo momento finale. Il feedback di chi assiste ai nostri incontri è essenziale per noi. Un’interazione silenziosa ma imprescindibile.
Gli incontri si svolgono nello splendido scenario di Valderice, in Sicilia. Pensando all’Isola è facile associarla, oltre che ai miti, anche a luoghi utopici in cui immaginare un modello perfetto. Qual è la vostra personale utopia?
Negli anni le varie edizioni hanno avuto come scenario luoghi suggestivi: terrazze sul mare, bagli, un vecchio molino per il grano, antiche torri di avvistamento sulla costa e, ultimamente, il teatro “On. Nino Croce”, incastonato nel verde della pineta comunale di Valderice. Il fascino dei luoghi potenzia il potere della parola, la amplifica, la spinge nelle intime profondità di chi assiste. Con l’amministrazione comunale c’è una bella sinergia che ci auguriamo possa continuare e dare ulteriori frutti. Dal nostro punto di vista, ma non è solo il nostro, Valderice si presta molto bene a questa iniziativa e gli ospiti di Terrazza d’Autore se ne innamorano tutti.
La nostra personale, lucida utopia è quella di creare spazi dove la cultura possa essere fruita dal maggior numero possibile di persone, di tutte le età, senza preclusioni o pregiudizi di alcun genere. Un luogo, fisico e mentale, dove educarci alla libertà e al confronto, oggi quanto mai necessari, e poter coltivare anche la bellezza della Letteratura sganciata da logiche prettamente commerciali.
Ci piacerebbe anche coinvolgere di più le diverse realtà presenti sul territorio e in quest’ottica può essere letta anche la nostra adesione alla Rete delle Rassegne e dei Festival letterari della provincia di Trapani promossa dal Distretto Turistico della Sicilia Occidentale dalla Rete BiblioTP – Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Trapani. Crediamo che ogni rassegna presente sul territorio costituisca una tessera di un prezioso mosaico. Pur nella diversità delle proposte, l’intento comune è quello di promuovere la lettura in un territorio che, tristemente, si colloca come fanalino di coda nella realtà italiana, già di per sé critica.
Quali sono i vostri progetti futuri?
Certamente la nostra intenzione è di riuscire a realizzare ancora nuove edizioni della rassegna, considerato che questa si basa pressoché esclusivamente su fondi raccolti tramite sponsorizzazioni e donazioni private, quindi con budget che possono variare da un anno all’altro, con i quali costruire proposte che siano sempre di qualità. Sarebbe bello se il settore pubblico potesse incidere maggiormente sulla disponibilità di risorse economiche che, come ovvio, sono indispensabili per assicurarsi la presenza di ospiti che arrivano da fuori Isola.
Abbiamo tante idee ma non sempre è possibile concretizzarle. Ad esempio, vorremmo organizzare una serie di appuntamenti culturali e letterari anche fuori dalla nostra stagione, che è l’estate. Ci piacerebbe – e in tanti ce la chiedono – una versione invernale di Terrazza d’Autore. Certamente noi due, occupandoci di promozione culturale, operiamo nel territorio tutto l’anno con singoli eventi ma una rassegna invernale, esattamente come avviene per quella estiva, richiede risorse certe per programmare gli appuntamenti.
Qual è la ricetta per coniugare amicizia e professionalità come fate voi da anni?
La nostra amicizia è vera e profonda, dura da tanti anni e, pur nelle differenze personali, continua a crescere e ci consente di portare avanti un percorso condiviso. Quello che ancora ci sorprende è il ritrovarci spesso, senza essercelo detto prima, a pensare o proporre l’una all’altra la stessa cosa, come in una sorta di empatica telepatia. Come nelle coppie più affiatate, ci compensiamo a vicenda, ciascuna con le proprie caratteristiche e specificità e la bontà del risultato ci viene testimoniata dal nostro pubblico. Un pubblico numeroso, affezionato e sempre crescente che ci segue da ben diciotto anni! Un traguardo che, nel nostro territorio, così difficile, è una bella conquista!
Pazienza, discrezione, rispetto, stima reciproca, sincerità, mancanza di invidia – anzi capacità di gioire delle affermazioni e dei traguardi personali e professionali dell’una e dell’altra – sono gli ingredienti della nostra amicizia.
Il secondo ingrediente della ricetta sono le competenze: ciascuna di noi possiede quelle del proprio campo professionale e di interessi e le porta nella realizzazione della rassegna. Come disse qualcuno, crediamo nell’improvvisazione che nasce da un lungo esercizio.
Se aveste una bacchetta magica e la possibilità di cambiare qualcosa cosa fareste?
Restando nell’ambito culturale, ci piacerebbe che venisse dato maggiore spazio e sostegno ai progetti e alle attività che valgono e che si fanno strumento di crescita sociale. Si dice spesso “di cultura non si mangia”, questo non lo riteniamo vero. Siamo entrambe convinte che la cultura può e deve essere il volano per lo sviluppo di un territorio e delle sue comunità. La cultura è ciò che ci rende umani. È fondamentale conoscere, sapere, informarsi, riconoscere ciò che è utile per diventare cittadini consapevoli e di conseguenza elevare il livello di una società.
Se ci si crede veramente, e si lavora su questo, la cultura può cambiare il mondo. Anche a fronte di certi fenomeni di triste attualità sentiamo sempre più l’esigenza di portare cultura che è capacità di appassionarsi, di confrontarsi, di approfondire, di discernere, di scegliere, di tenere lontano il male.
Nella rassegna che curate, lo spazio dato alle voci femminili è preponderante. Pensate che lo sguardo delle donne sul mondo sia ancora marginale nella società?
Quest’anno abbiamo voluto, in particolare, dedicare la rassegna alle donne, alla loro forza per uscire dal silenzio che spesso è stato loro imposto, ad alcune problematiche legate alla storia della lunga strada, non ancora compiuta, dell’emancipazione dal dominio maschile, alla libertà delle donne di essere se stesse e di scegliere il proprio destino. E in tutte le nostre edizioni non manca mai un appuntamento dedicato ad un’autrice e al suo punto di vista sul mondo.
In generale, però, non diamo una connotazione di genere a Terrazza d’Autore perché riteniamo che la Letteratura non sia né maschile né femminile. Se scegliamo di narrare di una donna lo facciamo non solo perché donna ma per il messaggio e la visione racchiusi nelle pagine o nei versi delle sue opere. Certo non possiamo non essere d’accordo sul fatto che, ancora oggi, alla voce delle donne non sia riconosciuto lo stesso spazio che viene dato, da sempre, a quella degli uomini e, sicuramente, da quando le donne hanno preso la parola su di sé hanno saputo offrire una prospettiva diversa: è a questa prospettiva che vogliamo dare spazio.
Qual è stato il percorso che vi ha portato a ricoprire i vostri ruoli attuali? Siete diventate ciò che “volevate essere”?
Ornella: Il mio lavoro di giornalista è iniziato come una passione giovanile, all’epoca del Liceo. Sono stata tra i fondatori del giornale studentesco “Il Pungolo”, edito a Trapani, una bella palestra per cominciare a interessarsi di ciò che accadeva attorno, per raccontare la mia città. Poi gli studi di Giurisprudenza mi hanno portato ad accantonare questa attività ma, come spesso accade nella vita, e come dice una nota canzone, certi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano. Dopo essermi occupata per alcuni anni di contenuti per il web – si era allora agli albori di internet, siti e vita social – da circa quindici anni ho trasformato quella passione giovanile in una professione e sono molto contenta – pur tra le difficoltà legate sia alle condizioni del mio territorio sia ai mutamenti a cui il mio settore lavorativo è sottoposto – di portare avanti quella che, con convinzione, ritengo essere prima di tutto una responsabilità verso la mia comunità.
Oggi l’informazione ha un ruolo cruciale nelle dinamiche sociali ed è necessario essere consapevoli, sia come addetti ai lavori sia come fruitori. Il mio è un lavoro totalizzante – mi occupo per una testata online di cronaca nera e giudiziaria oltre che di attualità – e nei ritagli di tempo che mi restano mi dedico ad un’altra delle mie passioni, la lettura. Ho cominciato da piccolissima e non ho mai smesso. Dei libri mi piace la matericità delle pagine di carta da sfogliare e perfino l’odore. È proprio per l’importanza che continuo ad attribuire alla lettura come strumento di crescita personale che mi sono impegnata nella realizzazione di Terrazza d’Autore. Ho portato la lettura, e la scrittura, anche nel carcere di Trapani dove da diversi anni svolgo attività di volontariato con gruppi di detenuti. Un’altra occasione per sperimentare il potere della parola e della cultura nel cambiare, in meglio, le vite delle persone. Non so se sono diventata esattamente quello che volevo diventare, ma so che ciò che sono adesso, compatibilmente con il mio essere sempre molto critica nei confronti di me stessa, mi piace.
Stefania: Mi riesce sempre difficile parlare di me, anche per la multiformità delle cose di cui mi occupo che spaziano in ambiti anche molto diversi tra loro. Da sempre appassionata di Letteratura, e in particolare di Poesia, io stessa scrivo e ho pubblicato diverse sillogi. Da tanti anni sono impegnata nel diffondere la conoscenza della grande Poesia contemporanea attraverso laboratori, incontri, podcast e reading. Da alcuni anni collaboro anche alla realizzazione di audiolibri di testi di poeti e poete del secondo Novecento destinati ai non vedenti e cerco di suscitare la passione per la parola poetica nei miei alunni.
Insegno Lettere nella Scuola Secondaria di I grado da circa venticinque anni ma non ho mai abbandonato la mia grande passione per gli archivi e i documenti antichi: infatti, dopo aver frequentato la scuola biennale di Archivistica, Paleografia e Diplomatica dell’Archivio di Stato di Palermo, mi sono specializzata in Archivistica Ecclesiastica e ho cominciato la mia vita lavorativa collaborando con l’allora Ministero per i Beni e le Attività Culturali, oggi Mic, curando il riordino scientifico e l’inventariazione di numerosi fondi documentari medievali e moderni. Dal 2011 sono vice direttrice dell’Archivio Storico Diocesano di Trapani e mi occupo di custodire, valorizzare e diffondere la conoscenza dell’immenso patrimonio di memorie che esso raccoglie. Sono autrice di vari contributi storici e saggistici. Ultimo ma non ultimo, sono mamma di tre gemelli, con il carico di responsabilità che questo implica, ai quali da piccoli ho amato leggere ad alta voce. Sono orgogliosa di dire che ogni tessera della mia vita ha per me un valore fondamentale e di non aver rinunciato a portare avanti nessuna delle cose che amo, riuscendo ad impegnarmi in campi così diversi con la stessa passione e tenacia. Penso, in fondo, di essere riuscita a diventare ciò che volevo essere.
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