La voltura

di Giada Brocato

 

Non mi ero mai resa conto di quanto la vita sia il gioco degli equivoci e un ballo di cretini, me compresa, finché non ho cercato di attivare la corrente elettrica in un mio appartamento, sito a Palermo in via Tal dei Tali n° x. 

Iniziamo dall’inizio. 

Fiduciosa compongo il numero verde. Dopo un’attesa stimata due minuti e durata almeno quaranta, spalmati su più tentativi, chiedo come procedere per subentrare in un’utenza. 

Su richiesta fornisco codice fiscale, dati, indirizzo, mail, segno zodiacale con ascendente ecc, però l’operatrice, dal Molise, richiede pure la precedente bolletta. Le dico: guardi che la precedente bolletta non è a nome mio, ma dell’inquilina, che si è trasferita in via Tal delle Tale n° y. 

E lei fa: di questo non si preoccupi e mi dia il numero cliente. 

Non avendo la bolletta, whatsappo l’inquilina, me la faccio inviare in foto e richiamo il numero verde, rifacendo tutto da capo, però con meno fiato. 

Allora, dico all’operatore, stavolta da Empoli, in alto a sinistra io vedo un’altra via, la via Tal delle Tale n° y con scritto che lì fornite energia. Stia serena, questo è solo un dettaglio, l’operazione è corretta, procediamo. 

Come un dettaglio? a me pare fondamentale. 

Ma nooo! si lasci guidare. 

Io invece saluto, chiudo, rifaccio numero e tutto. 

Altra musica, altre digitazioni, nuova voce, forse dalla Sardegna, nananàzumpappà e stavolta sento una bella rassicurazione: 

Sa? la via dove è posto il contatore spesso è distante dall’abitazione, ma se poi dovesse risultare mero errore, verrà modificata subito dopo l’attivazione. Che fa procediamo? 

Convinta non ero, anche perché, quando salta il contatore, ci si va in occhiaie e ciabatte sotto casa e non in un altro rione.

Al che rifaccio tutto, anche se ormai l’orecchio incominciava a percepire i suoni come se ci avessi posata sopra una conchiglia con dentro la voce del mare e i fischi di Nettuno. 

Dopo i soliti preliminari, stessa storia e quasi quasi la cretina ero io, che di un fuscello facevo cosa troppo grossa. Però, stremata com’ero, a quel punto ho ceduto, cioè ho fornito tutti i miei dati più la mail dove ricevere la modulistica per fare il contratto. 

Poco dopo leggo nero su bianco che me medesima richiede fornitura in via Tal delle Tale n° y. 

Certo la cosa non quadrava, ciononostante compilo tutto, firmo, scannerizzo e faccio l’invio. 

Qui da noi si dice che più lunga è la pensata più grossa è la minchiata, per cui da subito pentitissima, avrei voluto farmi sottile come un millepiedi per scorrere nei cavi del wifi e riacciuffare per la chiocciola quell’invio maledetto. Ma niè, poi ho pensato, cosa fatta capo ha! quindi chiudo tutto e guardo la tv. 

Passa un giorno, ne passa un altro, passano cinque giorni lavorativi e controlliamo, ma la luce né s’adduma (si accende) né s’astuta (si spegne), perché luce non ce n’è. 

Vi giuro, in testa ho un repertorio musicale di canzoncine di attesa e priorità acquisite, che va dalla danza per la pioggia alla colonna sonora di Titanic, più un cocktail di voci di operatori e operatrici, che dall’intero stivale, isole comprese, mi chiedevano di identificarmi, scandendo forte e chiaro chi fossi e che volessi. 

La luce! dicevo, che attacchino la luce! e mi liberino dalla cornetta fossilizzata sulla guancia, escludendo il tempo dei pasti e le ore di sonno. 

Quando ormai stavo per rinunciare, mi risponde un operatore, forse da Ischia, gentile e comprensivo, così parto dal solito codice fiscale e gli racconto tutto con sofferenza come al telefono amico. 

No no, dice lui, attenzione! questo è veramente un bell’inghippo: la luce non può arrivarle in via Tal dei Tali n° x, perché è già stata attivata in via Tal delle Tale n° y. 

Colpo al cuore! ma lì già c’era! vede che avevo ragione? e ora che faccio? 

Aspetti qualche giorno, mi rassicura lui, nel frattempo faccia un fax a destra e l’altro a manca che eventualmente la tuteli. 

Ma come qualche giorno? la casa doveva già essere abitata, e comunque ogni telefonata è stata registrata e potete verificare che io tutto ciò ve l’avevo detto a perdifiato. 

Ora brevissima non la posso fare, ma ho parlato con un’altra decina di operatori, che mi hanno fatto fare tre fax inutili e tanta bile, finché magia! finalmente mi risponde una sicula di Palermo. 

Alleluia! la signorina capisce che via Tal dei Tali un ci trasi nenti (non c’entra nulla) con via Tal delle Tale, però non può aiutarmi lo stesso, perché ormai l’inchiappo (la frittata) è fatto ed è pure automatizzato e incorreggibile da essere umano: in sostanza il numero cliente è sbagliato, perché è della precedente inquilina, però ormai sta lì e nessuno lo può sostituire. 

Chiami questo numero, fornisca il codice di rintracciabilità e vediamo che succede. 

E poi come faccio a parlare nuovamente con lei che sa tutto e sta a Palermo? 

Signora, mi dispiace, questo non si può fare, quando chiamate chi risponde risponde.

In aggiunta a tutto ciò, ieri pomeriggio il mio telefono fisso si è stressato e faceva tutututu prima che componessi qualsiasi numero. Passata al cellulare, altri operatori e tariffa del mio gestore, la sento a tratti, lei mi sente? e io ma vaffanculo! tanto o sente ma vaff o sente anculo, finché un tizio, forse brianzolo, mi fa: ma non è che lei ha fatto la voltura a casa della sua inquilina? verifico subito, aspetti in linea. Ebbene sì, mi dice quando m’ero quasi appisolata sulle note di un valzer, problema trovato! 

Così è se vi pare, ma io comunque l’avevo detto a tanti.

A quel punto mi sono sentita fisicamente a casa della mia ex inquilina e ho visto passare suo marito in mutande. 

Tra me e me rimuginavo: ma io veramente ciò ho fatto? cosi ri pazzi! e ora che faccio? a parte che in via Tal dei Tali la luce arriverà fra anni luce e a parte che pagherò tutto doppio o triplo. 

Signora, intanto avvisi l’ex inquilina che deve rivolturare via Tal delle Tale n° y da lei a se stessa e poi aspetti la cessazione in via Tal dei Tali n° x per poi rifare tutto col codice giusto. 

Minchia! ho pensato, questa cosa è insormontabile! 

Ero infuriata, perché in cinque mi avevano detto che ognuno ha il suo numero cliente e in altri sei che invece resta fisso per ogni abitazione, ma anche per l’inquilina stonata, che m’aveva fornito la bolletta sbagliata.

Questo resoconto, per quanto lungo e barboso, è poca cosa rispetto a una vicenda che riprenderà domattina e a una matassa di nervi che non vi so dire, ma serviva per dirvi solo ‘sta cosa: amici cari, quando tornate a casa, fate una carezza ai vostri contatori attivi, anzi abbracciateveli proprio e siate felici.

*

Giada Brocato vive tra Cefalù e Palermo, dove è nata. Le sue radici si allargano dalla Sicilia a Vienna, città del suo bisnonno, e alla Russia, precisamente una cittadina sul mar Nero, dove è nata la sua bisnonna, appartenente a una famiglia di nobili feudatari. La passione per la scrittura con lei giunge alla quarta generazione: già da piccola ha ricevuto diversi riconoscimenti per poesie e racconti, successivamente, con altri quindici ragazzi e ragazze, è stata premiata su 52.000 partecipanti nel Concorso bandito da Garzanti Editore, in collaborazoone con Intercultura, per il testo Racconta la tua regione. È una mirror speaker, cioè parla scorrevolmente al contrario, ama disegnare e fotografare. Insegna Lettere, è sposata ed è madre di un figlio. Ultimamente sogna di diventare una scrittrice a tempo pieno, ma continua a definirsi una “scriprof”, termine scherzosamente coniato da suo figlio. Ultraleggere, edito da Giulio Perrone, è il suo romanzo d’esordio. Un suo breve racconto (Campagna siciliana), è stato inserito nell’antologia Cartoline estive di AA. VV., anch’essa editoa da Giulio Perrone.

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