Paesaggi selvatici di Berlino

di Daniela Maurizi

 

Nascite, stratificazioni, memorie umane e non umane 

I paesaggi umani si intersecano in modo indissolubile alla natura urbana che, tutt’altro che immobile e addomesticata, irrompe e si plasma nel luogo, così Berlino, città attraversata e ferita dalla storia, distrutta e ricostruita, divisa e riunificata si è aperta nel corso dei decenni a scenario unico e emblematico di metamorfosi. Tracce di queste vite umane e non umane, di equilibri naturali persi e ritrovati sono al centro di molti progetti e ricerche, dal lavoro di Matthew Gandy Natura Urbana sui luoghi abbandonati della capitale tedesca alla Floating University e il rinselvatichimento dell’area dell’aeroporto di Tempelhof.

In linea con l’idea del superamento del binomio natura-cultura Ursula Seeger e Johann Reißer, poeti di Berlino e promotori di laboratori di Natur writing, esplorano e investigano nella loro recente pubblicazione i grandi mutamenti fisici della città.

Nel loro progetto poetico e grafico  Gehäuse, zwölf Schleifen zwischen Zellen und Clouds (“Alloggi, 12 nastri tra cellule e clouds”) , edita da Vauvau Verlag, Berlino, 2024, lasciano vagare il loro sguardo attento sulle architetture della città, intese come alloggi, rifugi, tane di umani e non umani, osservandole e analizzandole geologicamente nell’asse della storia.

In 12 capitoli Reißer e Seeger sviluppano il complesso interagire, conglobarsi, fondersi di più essenze stratificate: partendo dalla roccia e la sua memoria terrestre e seguendo le vite non umane di piante e animali in un ininterrotto scambio con quella umana assistiamo al nascere, stratificarsi, innalzarsi, diventare fortezze, partecipare a metamorfosi congiunte, dissolversi dei complessi architettonici dell’abitare della città.

Gehäuse è il titolo della raccolta, guscio, carcassa, alloggiamento, custodia, prima forma di insediamento, una fra le tante parole tedesche con Ge- iniziale che definiscono un collettivo – anche l’autorialità è, nel loro caso, definita da un poeta e una poeta che collaborano e scrivono insieme – che vede al centro l’essere umano che trasforma la materia e ne è anche trasformato e come la sua abitazione è un relativo, temporaneo alloggiamento condiviso con altri esseri viventi.

Quando noi abitiamo, quando ci insediamo anche l’invisibile si trasforma, il silenzio non è un silenzio ma una lontana eco di ere passate ( Tarde rocce detritiche), il muro è una pelle, la lingua è una pelle che indaga i confini dello spaesamento dell’individuo non più al centro della creazione ( Muro della pelle/ Larva cittadina).

Se l’architettura, la città non sono solo quindi un fatto umano anche la storia assume connotati obliqui allontanandosi dalla centralità della nostra esperienza , come nella poesia Zona di tiro dove la triste storia del muro e il trauma della sua presenza e minaccia viene riraccontata attraverso la resistenza della  pianta del sedo o degli animali che si intrufolano fra le barriere e creano varchi.

Da geologi della lingua Seeger e Reißer esplorano il paesaggio lunare di una Berlino tesa fra non ancora e non più e ne intercetttano le tracce nelle spinte peristaltiche a costruirsi e definirsi. Sono poesie del divenire, dell’essere in viaggio nel cambiamento dove la lingua poetica si estingue in parole geologiche e ritorna in lemmi arcaici e neologismi.

In un’intervista in occasione del recente Workshop a Berlino “Natur schreiben-Zwischen Kunst und Engagement in Zeiten der ökologischen Krise“, Reisser e Seeger rispondono così alla domanda su quali sfide- possibilità offra scrivere su temi ecologici : “La letteratura offre possibilità di avvicinarsi alla natura non umana diverse rispetto alla scienza. Non si tratta cioè solo di misurare e spiegare in modo oggettivo bensì di avvicinarsi in modo sensoriale e emozionale, cosa che molti hanno perso nella nostra società e che noi abbiamo disimparato nella nostra esistenza tecnico-mediale”

Scienza, architettura, poesia, grafica  dialogano in un divenire, un Gesamtkunstwerk per imparare a vedere ora la nostra contingenza e per aprire scenari futuri di vita sulla terra.

 

Note Biografiche sugli autori:

Johann Reißer (*1979) è autore, autore teatrale e docente. Dopo aver studiato letteratura e filosofia, ha conseguito il dottorato presso il Graduiertenkolleg Lebensformen und Lebenswissen con una tesi sull’archeologia e il campionamento nella poesia tedesca dopo il 1960. Dal 2004 ha pubblicato poesie, prose e opere intermedie in numerose riviste e antologie. Dal 2009 collabora con diversi gruppi teatrali e performativi, con i quali mette in scena le proprie opere su palcoscenici e festival in paesi di lingua tedesca e inglese, da ultimo WÜSTE-REGEN-FLUTEN. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo lavoro artistico, tra cui il premio della giuria al “100Grad-Theaterfestival” di Berlino nel 2010 e la borsa di lavoro del Senato di Berlino per il romanzo Pulver nel 2018. È stato scrittore cittadino a Ratisbona e Rottweil, borsista Lutz a Pfaffenhofen a. d. Ilm, addetto ai treni letterari a Esslingen e borsista Döblin a Wewelsfleth. Come docente, insegna scrittura creativa e filosofia. Vive a Berlino. Per saperne di più: www.johannreisser.com

 

Ursula Seeger (*1984) ha studiato all’Università d’Arte di Braunschweig, dove si è laureata in design della comunicazione nel 2013 con una mostra fisico-poetica sul fenomeno della luce e sulle metafore nel linguaggio scientifico. Da allora si occupa di natura (scienze) in modo letterario e artistico, ricercando relazioni tra uomo e natura non umana e presentando il suo lavoro in letture, performance di lettura multimediali, antologie e riviste. Di recente, sono apparse poesie in [kɔn] – Magazin für Literatur & Kultur (Monaco, 2023) e opere lirico-grafiche nell’antologia kontaminiert werden. Ricerca nelle rovine della purezza (Berlino, 2023). Nel 2021 ha vinto il 1° premio del concorso letterario Scivias con un racconto. È membro del gruppo di autori dns – [die_natur.schreibt]. Sito web: www.farblichtklavier.de/wordpress

 

Quest’articolo fa parte della serie “Il quarto regno”.

Leggi gli altri della serie:  Scrivere la natura ai tempi delle catastrofe ambientali

No Comments

Post A Comment