I fiori di Rita Florit per Louis Zukofsky

di Bianca Battilocchi

 

Attenzione: queste poesie possono dare le vertigini!

On no mat appear echoer

paperwhite waterfull lorn knar kisses

wilderness rock mother Sleyed-silk climing

sorrow Elements below voice cuckoo-brake

scaped taciturn shade strumpet hose-in-hose

yellow joss-flower iris-rapiers pheasant’s eye

chime-red-crown spread limb whitest solitary

sun-roundelays paper-thin throat poet narcissus.

(L.Zukofsky, ‘Narcissus’, da 80 Flowers)

Poeta statunitense, figlio di ebrei russi emigrati, Louis Zukofsky è un nome incredibilmente poco conosciuto e quasi per niente tradotto in Italia, nonostante la sua peculiarissima impronta lasciata nella storia della poesia contemporanea mondiale. Ben più fortunata è stata l’opera del suo maestro Ezra Pound. “80 fiori / 80 Flowers” di Louis Zukofsky, curato e tradotto da Rita R. Florit e uscito lo scorso anno per Benway Series, costituisce il primo coraggioso tentativo di traduzione di un’opera intera del poeta. Va quindi segnalato che il libro non consiste né in un piccolo manuale di floricoltura, né in una raccolta di liriche bucoliche, bensì in una doppia silloge poetica – le poesie in lingua originale da una parte e quelle tradotte in italiano dall’altra – che sfida lettrici e lettori ad abbandonare i sentieri “comuni” della fruizione poetica, per immergersi in veri e propri labirinti del linguaggio.

Opera finale (e postuma) dell’autore, “80 Flowers” raccoglie testi legati da precise regole metriche, oltre che da un interesse per la botanica. Ad ogni fiore sono dedicati 8 versi, di 5 parole ciascuno, spesso agglutinando due o più lemmi in uno tramite trattino (vd. cuckoo-brake). Può essere utile fin da subito proporre una lettura “cantata” per cogliere la plurileggibilità perseguita, ad esempio tramite le diffusissime figure di suono come l’omofonia del primo verso sopra riportato: “On no mat appear echoer”, tradotto da Florit in “O nome atto poiein eco”. Risulta qui evidente la creatività letteralmente “esplosiva” di Zukofsky e, in parallelo, l’ardua prova traduttoria a cui si è prestata Florit, poeta a sua volta, coltivatrice e naturopata.

Le radici di questo ‘corpo a corpo’ con il linguaggio affondano nel movimento poetico oggettivista di cui lo stesso è stato iniziatore al principio degli anni Trenta. Scriveva il poeta in un articolo intitolato Objectivists e uscito per la rivista Poetry nel 1931: «La scrittura non si presenta come il miraggio, ma come il dettaglio del vedere e del pensare le cose così come esistono, dando loro una direzione in senso melodico».

In sintonia con le nuove libertà artistiche apportate dalle prime avanguardie, la lingua viene manipolata e adoperata sperimentalmente da un poeta-chirurgo che ne mette in risalto innanzitutto la sua componente materica. I riflettori sono puntati dunque sull’aspetto grafico-fonetico e musicale. Da non trascurare la passione di LZ per la musica classica specialmente quella di Bach e la lunga collaborazione artistica con la moglie Celia Thaew, musicista e compositrice, nonché curatrice di 80 Flowers. Da questa unione nascerà inoltre il figlio Paul, virtuoso violinista.

Lo sforzo che LZ sembra volerci invitare a fare è quello di silenziare il nostro naturale approccio ermeneutico, per godere invece della potenzialità creativa dei fonemi-grafemi nella loro diversa assemblabilità e lettura. Coerenti con questo obiettivo appaiono l’assenza di punteggiatura e una sintassi ridotta all’osso, a favore della moltiplicazione (direi ‘compulsiva’) di liste di sostantivi. Si legga al riguardo la postfazione al libro firmata da Paul Vangelisti, che fornisce un’utile guida per navigare questa «moltitudine in fiore».

Propongo qui di seguito un esempio di “catene linguistiche” che fanno dell’allitterazione, così come delle consonanze e assonanze, il vero collante alla base di costellazioni floreali in continua formazione.

Hyacinth

Who hock in toss regret
regret Ai-hyacinthus veined petal eyes
point to larkspur summers spring-amaryllis
pale-teeth perianth limb spart rue
dens earth’s-floor abundance iris spire
rows gone-back small stalks under
earth swords nodes knot gladíolus
calm gladden gladwyn gladwin glad

Giacinto

Chi impegni in lancio rimorso
rimorso ahi-giacinto venato petalo occhi
mostrano a speronella estati amarilli-di-primavera
dente-pallido perianzio ramo sparto rimpianto
terra-battuta alleva abbondanza iris guglia
filari tornati piccoli steli sotto
terra spade nodi annodi gladiolo

calmo allieti allevi allevii lieto

*

Ad arricchire questo volume double face si uniscono le generose note di Florit, in calce ad ogni traduzione, che informano chi legge dei possibili e diversi piani di lettura e dei fitti intrecci di riferimenti di cui i versi si nutrono. Questi, come in un sistema di vasi comunicanti, fanno interagire citazioni letterarie, dai classici latini e greci all’amato Shakespeare, descrizioni botaniche, allusioni da litanie ebraiche così come dalla musica alta; tutto in un ventaglio di registri linguistici in continua metamorfosi.

Si può pensare all’opera ultima di Z come ad un’azione di stampo alchemico, che dalla disgregazione della materia linguistica (Nigredo) muove alla condensazione di questa (Rubedo), per un contatto inedito o “primordiale”con i suoni nella loro “purezza”; un labirintico montaggio iper-inclusivo come motore che possa generare e contenere mi azzardo l’universo intero in una sorta di Magnum Opus. Prendo allora il FinnegansWake di Joyce come paragone nel campo della prosa e come compagno ideale in una letteratura che sfida l’illeggibilità e la sua vertigine.

Per propiziare un’ispirata esplorazione di questo volume, concludo con una poesia-fiore dedicata all’erba magica dell’Artemisia, che fin dall’antichità si pensava allontanasse gli spiriti malvagi e favorisse i sogni e le visioni. Il suo primo verso può fungere da formula alla base del progetto ma anche da guida per il lettore: «Art to me’s hear stellary», «Arte mi sia sentire stellare».

Artemisia

Art to me’s hear stellary
honor never translated my sum
pauper in aerie white dusty-miller
feltsmooth lad’s love disc-buttons dull gold
neume nod grace discord concord
a breath beach-wormwood suthern wude
brush cottony sightwort booklice blur
old eyes-iris evergreen retainers sun

Artemisia

Arte mi sia sentire stellare
onore mai chiarito mia somma
povera in nido-d’aquila bianca cineraria
percepitoliscio abrotano dischi-bottoni oro sbiadito
neuma cenno grazia disarmonia armonia
un respiro assenzio d’arenile boscodelsud
spazzola cotonosa celidonia mordilibri offuscata
vecchi occhi-iridi sempreverde anticipa sole

 

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