Rachel Carson & Greta Thunberg: le primavere di venerdì

 

di Francesca Grispello

 

Imnagine di copertina di Antonio Donghi

 

Cosa rende fondante un’idea? Quanto è profondo il solco che convoglia cambiamenti di prospettive e nuovi scenari? Non lo sappiamo, possiamo solo esplorarlo con coraggio, decisione e con il bisogno che abbiamo di confrontarci su ciò che vediamo e come lo guardiamo. Quando la realtà non basta serve tornare a immaginare, informarsi e chiedere. Due donne di epoche diverse, con attitudini ed età diverse sono riuscite a cambiare il tipo di domande e azioni che l’opinione pubblica, la scienza e la politica compiono in relazione alle cose.
Rachel Carson (1907 – 1964) e Greta Thunberg (2003) potrebbero essere madre e figlia, nonna e nipote, invece la philia tra le due ha una matrice alimentata dall’evidenza sui danni ambientali che l’uomo, l’industria e la politica compiono. Una philia tra le due per il loro aspetto, per il loro impatto, per la loro eco e per il loro genere.
Sono trascorsi 60 anni da quel 27 settembre del 1962, quando Rachel Carson, una biologa marina del Bureau of Fisheries degli Stati Uniti pubblica Silent Spring “Primavera Silenziosa”. Non un romanzo e nemmeno fredda denuncia, ma un racconto puntuale e adatto ad ogni tipo di pubblico verso l’uso indiscriminato dei pesticidi e i danni ambientali immediati e futuri che questi potevano arrecare. Due milioni di copie in tutto il mondo. Ma chi era Rachel? Un biologa e zoologa americana, con una forte passione e sensibilità verso la scrittura e da biologa marina si fece strada al punto di diventare – con non poche resistenze da parte della dirigenza – nel 1936 la “seconda donna ad essere stata assunta a tempo indeterminato dal Dipartimento Statunitense per la Pesca, come biologa marina” . Controllare i dati e divulgarli al pubblico è la sua mansione, diventerà la sua missione. Non è nuova a pubblicazioni di successo, la sua trilogia dedicata al mare in cui il suo approccio scientifico e poetico insieme porta alla conoscenza del mondo marino: Il mare intorno a noi è stato pubblicato in Italia da Einaudi nel 1973 in seguito da Piano B Edizioni nel 2009.

Tra studio, osservazione, lutti profondi e responsabilità personali arriva alla consapevolezza che “quello che ho scoperto era che tutto ciò che era importante per me come naturalista veniva maltrattato, e che non c’era nient’altro di più importante che io potessi fare”. Forte della sua osservazione, dei suoi contatti e di colleghi di altissima caratura scientifica, arriviamo al 1962 in cui Primavera Silenziosa diventa un vero e proprio un atto d’accusa verso i pesticidi soprattutto verso il celebre DDT (Dicloro-Difenil-Tricloroetano), osannato e usato senza troppe preoccupazioni, basti pensare che nel 1944 il Time dichiara che il DDT è una delle grandi scoperte scientifiche della seconda guerra mondiale, non a torto, in quanto molte vite sono state salvate da malattie condotte da parassiti. In seguito per il Reader’s Digest, la Carson ha offerto una nuova prospettiva, perché i danni collaterali alla fauna e all’ambiente non erano ancora considerati tra gli effetti di questo prodotto. Il DDT manifestava conseguenze catastrofiche nella catena alimentare, sparivano sì gli insetti e le larve, ma allo stesso tempo i loro predatori. “Su zone sempre più vaste del suolo statunitense, la primavera non è ormai più preannunziata dagli uccelli, e le ore del primo mattino, risonanti una volta del loro bellissimo canto, appaiono stranamente silenziose”.


Nel suo libro di ecologia poetica non ci sono estremismi o radicalismi, ma l’invocazione alla responsabilità, al buon senso, al buon uso del progresso scientifico, che senza consapevolezza è un progresso suicida e la Carson evocando quel silenzio, senza cinguettio degli uccelli che un tempo popolavano le sue mattine, evoca il silenzio del mondo come causa e effetto. Primavera Silenziosa viene definito “un libro incendiario”, un atto di eroismo, per alcuni un’irresponsabilità verso l’obiettività della scienza.
Ma Primavera Silenziosa incenerisce la convinzione del controllo che l’uomo e il mercato credono di avere, come ogni rivoluzione in chiave umanistica Rachel ci riporta alla contemporaneità e nella esatta distanza tra noi e la natura, di cui dimentichiamo di far parte. Ciò che oggi sembra ormai assodato, ovvero i danni compiuti verso il pianeta terra, negli anni ’60 non era così palesato, il mondo era più vasto, mentre oggi i mezzi di comunicazione lo hanno rimpicciolito.
Rachel Carson ha gettato i semi di una riflessione nella comunità scientifica e pubblica che ha condotto la messa al bando dell’insetticida, non fece in tempo a vedere il lungo e profondo impatto del suo impegno, si spense nel 1964 a causa di due tumori, lei è celebrata come la madre del movimento ambientalista. A lei è stata conferita la Medaglia presidenziale della libertà e un premio internazionale per l’ambiente porta il suo nome dal 1991: Rachel Carson Prize.
C’è una costante che attraversa le storie che hanno come fulcro le donne: filosofe, scienziate, giornaliste, persone. Proprio il genere è il primo bersaglio dell’opinione pubblica: “femmina isterica, zitella, comunista, handicappata, racchia…”. La violenza è il metodo per mettere a tacere voci scomode, ma quando si ha a che fare con donne il primo atto è dettato dalla logica dello stupro, l’annientamento attraverso il genere e non attraverso la dialettica. La stampa accusò Rachel di fermare il progresso e di impedire alle nuove generazioni di goderne.

Ironia della sorte Greta Thunberg nel secolo successivo punterà il dito contro i politici e la stessa opinione pubblica di non aver fatto nulla per impedire il disastro ecologico, di privare i giovani di futuro. Questa non è storia nuova, unisce Rachel e Greta ancora una volta. Fare clamore senza scomporsi, in modo pacifico, sconquassare poteri con fare gentile e a testa alta. Persone invase nel loro bisogno di solitudine, messe a ridicolo per la devozione verso un’idea. Accade quando la forza di un’intelligenza applicata diventa azione e microazione quando l’evidenza si pone come imperativo etico, che non ne ammette un’altra, il resto è rumore.
Se guardiamo a Rachel come esempio di scienziata a cui è stata contestata l’evidenza, la competenza, il suo non avere figli e le sue amicizie femminili, allora una giovanissima studentessa svedese come Greta Thunberg è l’esempio più vicino possibile – nel tempo e nello spazio – dell’impatto di chi si oppone al silenzio della politica. Il 20 agosto nel 2018 all’età di 15 anni Greta decide di non andare a scuola fino alle elezioni di settembre – lo sciopero scolastico per il clima. La richiesta era “semplice”: ridurre le emissioni di anidride carbonica e prendere impegni in tal senso. In seguito ogni venerdì fino a quando il governo non avesse fatto realmente qualcosa lei avrebbe fatto sciopero dalla scuola. Quel venerdì di inizio autunno, segnò la primavera di un movimento studentesco nuovo, nato da giovanissimi a cui si sono legati altri giovani e non di tutto il mondo: il Fridays For Future.
Greta Thunberg è stata scelta dal Time come persona dell’anno nel 2019 “è riuscita a trasformare vaghe ansie sul futuro del pianeta in un movimento mondiale che chiede un cambiamento globale”. L’attivista svedese è stata screditata tanto per la sua giovane età quanto per la sindrome di Asperger, e nonostante questo, ha reagito non dando credito alla sterilità delle offese rivolte raccogliendo riconoscimenti, massa critica e le scuse da politici.

Il suo attivismo – se non ridicolizzato e dato in pasto ai meme – ci ha fatto bene: sentire una giovane donna dire a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite – 23 settembre 2019 – “È tutto sbagliato. Non dovrei essere quassù. Dovrei essere tornata a scuola dall’altra parte dell’oceano. Eppure, voi tutti venite da noi giovani per la speranza. Come osate? Voi avete rubato i miei sogni e la mia infanzia, con le vostre parole vuote!”
La nostra casa è in fiamme è il titolo perfetto e urgente di Greta, pubblicato nel 2020 dove rimarca:

Qualcuno dice che invece di scioperare dovrei andare a scuola. Qualcuno dice che dovrei studiare per diventare una climatologa, così potrò risolvere la ‘crisi climatica’. Ma la crisi climatica è già stata risolta. Conosciamo già tutti i dati e abbiamo tutte le soluzioni. L’unica cosa che ci resta da fare è svegliarci e cambiare. A cosa serve imparare nozioni nel sistema scolastico, quando i fatti elencati dalla scienza promossa da questo stesso sistema vengono ignorati dai nostri politici e dalla nostra società?

Chi scrive in questa estate troppo, troppo calda del 2022, partecipa e osserva a una grande consapevolezza, narrazione e partecipazione verso i temi dell’ecologia e dell’ambientalismo. Ritorni ciclici di un movimento filosofico culturale con dinamiche sociali ed economici propri, non siamo di fronte a una moda o trend, è dal XIX secolo che i movimenti e le correnti di pensiero rimarcano il legame tra l’essere umano e l’ambiente a cui è intimamente connesso e abitato. Una sensibilità che ha cura. Come scrive Martin Heidegger: “Abitare, esser posti nella pace… Il tratto fondamentale dell’abitare è questo aver cura”.
Assumere una prospettiva eretica osservando le evidenze sul modo e sugli effetti comporta l’innesco di una polarizzazione mai utile, come tutte le dicotomie strumentali. Una fauna ricca è vitale, una massa critica è vitale, una scienza che si pone domande e risponde alle domande è vitale, chiedere di sopportare, sostenere senza conoscere, invece è abuso. Rachel e Greta sono il filo rosso che lega uno spazio dell’abitare ora al collasso. Questo portare equilibrio nella relazione tra mondo e persona, ambiente e suo uso. L’uomo, o meglio l’Antropocene è un architetto che sta abitando la terra con una forza plastica di modellamento tale che è riuscito a modificare il pianeta nel suo sistema. Una scienziata e una giovane donna, entrambe accomunate dalla tenace volontà di essere informate e non ingannate evocano ciò che significa, adesso, uno sviluppo che possa sostenere il mondo per il tempo a venire senza silenzi, indifferenza e più primavere di cura.


Bibliografia

Rachel Carsons, Primavera Silenziosa, Feltrinelli 2019

Martin Heidegger. Costruire abitare pensare, in Saggi e discorsi. Mursia 1991

Greta Thumberg ph. Jack Davison

Sitografia di riferimento

Greta Thunberg
https://it.wikipedia.org/wiki/Greta_Thunberg
Rachel Carson:
https://www.rachelcarson.org/
https://it.wikipedia.org/wiki/Rachel_Carson
Internazionale:
https://www.internazionale.it/opinione/franco-lorenzoni-2/2019/04/19/greta-thunberg-scuola
Mondadori:
https://www.mondadori.it/libri/la-nostra-casa-e-in-fiamme-greta-thunberg/
Piano B Edizioni:
https://www.pianobedizioni.com/libri/il-mare-intorno-a-noi/
Zanichelli Scuola:
https://aulascienze.scuola.zanichelli.it/blog-scienze/pagine-di-scienza/rachel-carson-saluta-la- primavera
Enciclopedia delle donne:
http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/rachel-carson/
Fridays For Future:
https://fridaysforfuture.org
RebelStudio:
https://www.rebelstudio.it/2021/02/11/rachel-carson-e-il-suo-silent-spring/

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