20 Ago Inda, Istituto Nazionale del Dramma Antico. In dialogo con Valeria Told
a cura di Ivana Margarese
Noi della rivista Morel dedichiamo questo periodo di fine estate a alcune conversazioni che riteniamo particolarmente significative del lavoro svolto in questi anni.
Inaugura questo ciclo l’intervista a Valeria Told, sovrintendente alla guida dell’Inda, l’Istituto nazionale del dramma antico, che coniuga professionalità a passione e grande lungimiranza. Da spettatori possiamo dire che, al netto di un luogo, come il teatro di Ortigia, comunque splendido e emozionante, la qualità della ricerca, la cura e il coraggio della sperimentazione, aperta a nuovi intrecci del visuale e a coraggiose dislocazioni di linguaggi, ci hanno regalato negli ultimi anni spettacoli di rara qualità e bellezza.
Valeria Told è una musicista che ha studiato per diventare manager e i due aspetti insieme la rendono particolarmente adatta per il ruolo assegnatole. Ha studiato inoltre danza e letteratura comparata.
La ringraziamo dunque per questa conversazione e per lo splendido lavoro che svolge nella Fondazione, insieme a tutti i collaboratori.
La fondazione Inda, Istituto Nazionale del Dramma Antico, è un fiore all’occhiello, un’eccellenza della nostra isola.
Raccoglie in sé la preziosità della memoria e il coraggio della sperimentazione e della ricerca. È inoltre cresciuto di anno in anno mantenendo intatto negli spettatori, durante gli spettacoli, quello stupore che da sempre appartiene al mito.
Può descriverci quali sono gli elementi principali del vostro lavoro?
Innanzitutto, ci dedichiamo con passione e impegno alla conservazione del patrimonio culturale rappresentato dal dramma antico. Ci consideriamo custodi di un’eredità millenaria, che va preservata e valorizzata per le generazioni future. La memoria del passato ci guida nel presente, aiutandoci a comprendere la nostra identità e la nostra cultura. Allo stesso tempo, siamo animati dal coraggio della sperimentazione e della ricerca. Siamo consapevoli che il teatro, per essere vivo e attuale, deve essere in continua evoluzione. Perciò, oltre a riproporre i classici del teatro greco, ci spingiamo oltre i confini del passato, cercando nuove forme espressive e linguaggi scenici. Questa apertura ci permette di offrire al pubblico spettacoli capaci di emozionare e coinvolgere e di trasmettere lo stupore e l’incanto del mito. Attraverso le nostre produzioni, cerchiamo di toccare le corde dell’animo umano, suscitando emozioni e riflessioni che restano vive nel cuore dello spettatore.
Un elemento che mi ha particolarmente colpito assistendo negli ultimi anni alle vostre rappresentazioni è la capacità di contaminazione tra diversi linguaggi visuali – e non solo – e tra differenti immaginari. Un attingere ad esempio anche al cinema, alla letteratura contemporanea, e far dialogare il teatro classico con i nostri scenari contemporanei. Vorrei un suo parere su questo.
Questa è una delle sfide più stimolanti e appassionanti del nostro lavoro: la creazione di uno spazio scenico in cui il teatro classico possa dialogare con il contemporaneo, attingendo a varie forme d’arte e fonti d’ispirazione. Il teatro antico è un tesoro di simboli e significati universali, ma per mantenerlo vivo e rilevante nel nostro tempo, è necessario trovare un modo per farlo risuonare con la nostra realtà contemporanea. Questo richiede un’apertura, anche verso altre forme artistiche, che ci possono offrire nuove prospettive e approcci creativi. Questa “contaminazione” tra diversi linguaggi e immaginari arricchisce le nostre produzioni, rendendole più vivaci, coinvolgenti e pertinenti per il nostro pubblico contemporaneo.
Parliamo di scuola e di giovani. Qual è il vostro impegno al riguardo?
Il nostro impegno nei confronti della scuola e dei giovani è una priorità fondamentale. Crediamo fortemente che la formazione dei giovani sia il fondamento per il futuro della cultura e dell’arte, e ci dedichiamo con passione a offrire loro opportunità significative di crescita e coinvolgimento nel mondo del teatro classico. Uno dei nostri principali impegni è rivolto all’Accademia d’arte del dramma antico (ADDA), un’istituzione che ha un ruolo chiave nel nostro programma formativo. L’ADDA è un serbatoio di talento e creatività. Attraverso corsi di alta formazione, forniamo ai giovani artisti la possibilità di esprimersi e sviluppare il loro potenziale. Inoltre, l’ADDA promuove attività e laboratori specificamente rivolti alle scuole, offrendo ai giovani ragazzi la possibilità di avvicinarsi al teatro classico e all’arte in generale. Vogliamo stimolare la loro curiosità, la loro sensibilità e la loro capacità di riflessione, attraverso attività adatte al loro livello di età e comprensione. Per arricchire la formazione dei giovani artisti organizziamo ogni anno il Festival Internazionale dei Giovani, promuovendo tramite questo festival il teatro classico rappresentato da oltre 2.400 giovani.
Un’altra risorsa importante del vostro lavoro è senza dubbio l’attività di ricerca. Ogni anno si organizza un convegno che ospita studiosi di diversa provenienza. Esiste “Dioniso”, la rivista di studi sul dramma antico che oggi è diretta da Guido Paduano.Potrebbe parlarmi del contributo dato da questo momento di incontro e confronto?
Assolutamente, l’attività di ricerca svolge un ruolo fondamentale nella missione della Fondazione INDA. Il convegno annuale e la rivista “Dioniso” sono elementi chiave del nostro impegno nella promozione e diffusione degli studi sul dramma antico. Il convegno ospita studiosi da tutto il mondo e crea un importante momento di incontro e confronto per la comunità accademica. Questo evento offre la possibilità di approfondire temi legati al mondo dell’antichità, stimolando discussioni e ricerche che contribuiscono alla crescita della conoscenza e alla comprensione del teatro antico. La rivista “Dioniso” rappresenta invece un’importante fonte di divulgazione degli studi sul dramma antico. Essa offre uno spazio prezioso a studiosi e ricercatori per pubblicare i propri contributi, garantendo una piattaforma di visibilità e dibattito all’interno della comunità accademica internazionale. Anche grazie a queste iniziative, riusciamo a creare un ponte tra la tradizione e la contemporaneità, mantenendo viva l’attenzione verso un patrimonio culturale straordinario e rilevante per l’umanità.
Infine vorrei domandare dei progetti futuri.
Il nostro obiettivo è senz’altro quello di continuare a crescere e a rafforzare la nostra presenza nel panorama teatrale, anche internazionale, promuovendo la diffusione e la valorizzazione del teatro classico in tutte le sue forme e manifestazioni. Vogliamo continuare a sviluppare collaborazioni con altre istituzioni culturali e teatrali, sia a livello nazionale che internazionale. Queste sinergie ci consentiranno di diffondere la cultura e l’arte del teatro classico a livello globale e allo stesso tempo di coinvolgere pubblici sempre più diversificati. Cercheremo di mantenere viva la nostra vocazione all’innovazione, integrando nuove forme espressive e linguaggi teatrali nelle nostre produzioni, per offrire agli spettatori esperienze artistiche sempre più coinvolgenti e suggestive. Un altro obiettivo importante è quello di istituzionalizzare l’ADDA offrendo ai giovani studenti oltre a spazi di formazione anche l’opportunità di ottenere un diploma di livello universitario. Queste sono alcune delle sfide e iniziative entusiasmanti che ci attendono nei prossimi anni.
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