Casa Naima. In dialogo con le Librerie Indipendenti

a cura di Francesca Grispello

 

 

In una piccola cittadina del Sannio da due anni una libreria ha creato e sta allevando una comunità di lettori e lettrici, mettendo insieme persone, pratiche e riti poetici. Un divano rosso, una poltrona gialla, piante da interno, un bancone per ristorarsi, metà della libreria è dedicata alla letteratura per i più piccoli e laboratori. C’è una narrazione che condivido in parte, ovvero che aprire oggi una libreria in un piccolo centro è da eroi, dubito che i nostri abbiano intrapreso quest’avventura per eroismo, ma per bisogno: ci sono motivazioni eroiche quindi umane. Morel sta ascoltando tutte quelle voci dall’isola che sono le librerie indipendenti, fuori dai circuiti commerciali, nuclei di resistenza. Siamo qui in compagnia di Flavia Peluso e Domenico Cosentino titolari della Libreria Casa Naima di San Giorgio del Sannio (BN).

Partiamo dal nome: Perché Casa Naima?
D&F: Volevamo creare un ambiente confortevole e abbiamo pensato che in un periodo frenetico come questo in cui si vive poco la propria casa sarebbe stato bello sentirsi accolti in un luogo che la ricordasse in cui sentirsi coccolati. Naima invece è un brano che John Coltrane dedicò all’amore della sua vita, alla sua compagna appunto Naima, è un brano jazz a cui entrambi siamo molto affezionati.

Chi è e cosa fa un/a libraio/a?
D&F: Un libraio è un confidente, impara a conoscere i gusti del cliente, ti stuzzica con libri che altrimenti non potresti conoscere. Insomma fa il suo lavoro. Come quando vai da un medico e ti affidi a lui. Altrimenti tanto vale andare al supermercato.

Qual è stato il motivo che vi ha fatto mollare tutto e aprire un luogo in cui si possa vivere di cultura? In Italia?
D&F: Crediamo solamente molta follia. A parte gli scherzi è un’idea che abbiamo avuto da sempre, da quando ci siamo conosciuti. Ci abbiamo messo sette anni per realizzarla.

Qual è il vostro pubblico? Avete parecchi gruppi di lettura, come si caratterizzano?
F: Il nostro pubblico è composto per lo più da donne e bambini, sono loro i migliori lettori. Abbiamo quattro gruppi di lettura, ma magari aumenteranno anche. Villa Villacolle per i ragazzini dai 9 ai 12 anni, Dear Virginia un circolo dedicato alla scrittrici, Trilobiti dedicato alla letteratura americana, Mandel invece è dedicato alla poesia.

C’è qualcosa che vi ha stupito da quando avete aperto? Sia in negativo che in positivo.
D&F: In positivo sicuramente l’accoglienza che abbiamo avuto in questi anni, non siamo indigeni di San Giorgio del Sannio e la gente ci ha fatto subito sentire tra amici. In negativo sicuramente le persone he entrano e vogliono acquistare i nostri tavoli e le nostre librerie credendo che siamo un mobilificio, non avendo nessuna conoscenza di cosa sia invece una libreria.

Quali sono i libri che hanno segnato la vostra esperienza umana e da librai?
D: Domanda difficile il mio sicuro è stata una raccolta di poesie ormai fuori catalogo di Pedro Petri “Scarafaggi metropolitani”, lo porto sempre con me. Racconta benissimo il disagio di un emigrato portoricano che si trova a dover vivere a New York in estrema povertà, in una città in quegli anni, parliamo degli anni ’80, in cui non erano proprio ben accolti.

Non solo librai ma editori e scrittori: raccontateci queste vostre anime.
D: Credo soprattutto la stessa difficoltà di farcela, di poter sopravvivere in Italia in tutte e tre le vesti che seppur diverse sono accomunate da una diffidenza sociale sempre più preponderante.

La nostra rivista crede nel valore dell’isola come punto di osservazione privilegiato e di movimento culturale: il margine può essere un luogo destabilizzante e creativo, può indicare altre maniere di raccontare una storia. Quali sono le potenzialità a vostro parere di una città come San Giorgio e il Sannio? Come la descrivereste?
D&F: San Giorgio del Sannio ha un potenziale enorme, ma non lo sa, forse i cittadini ci credono poco, forse sono soggiogati dalla presenza “ingombrante” di Benevento. Ha tutto per essere un luogo pieno di fermento, deve sol avere fiducia in se stessa. Viverla è stata una nostra scelta, la amiamo con i suoi pregi e i suoi difetti, come una figlia che fa i capricci.

C’è un evento/persona che vi è particolarmente a cuore e che vi ha spinto a continuare nel vostro mestiere?
D: Lo so sembro troppo sdolcinato nel dirlo ma non ho dubbi che per me sia Flavia che ha creduto in questa pazzia, ma soprattutto mi è vicina nei momenti in cui sono sconfortato.

Progetti per il futuro.
D&F: Continuare a resistere come stiamo facendo, anche se è ogni ora sempre più difficile.

Un luogo
D: Il bosco di Montemarano

Un pasto
D: Rape e patate

Un colore
D: Arancione

Un profumo
D: Erba tagliata

Un sogno
D: Casa Naima

Una qualità
D: Vorrei essere più serafico, più Zen.

Un
augurio
D: Che si possa essere sempre liberi di fare le nostre scelte

RoundMidnight Edizioni
https://www.roundmidnightedizioni.it/

 

Questo articolo fa parte della serie “Librerie Indipendenti

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