Proteggi – Immagini e utopie per le anime pezzentelle

di Anna Rita Merico

 

Immagini e utopie per le anime pezzentelle. Suggestioni dal Cimitero delle Fontanelle di Napoli.

Un’antologia curata da Angelo Curcio e Silvana Pasanisi, foto di Gelinda Vitale. Un’antologia per raccontare anfratti e fatti di credenze, miti, storie legate al culto delle Anime Pezzentelle, a Napoli.

Parto da un luogo: la Sanità. Luogo cui si giunge, per itinerario possibile, lasciando Via Duomo ed attraversando Mezzocannone, arteria di serici nere, arterie di fuoco vulcanico raffreddato e mineralizzato. Arteria dalle mura alte con infraschiate nicchiette di anime oranti, brucianti, supplicanti che fanno da invisibile guida.

Comunità poetica Versipelle, Proteggi, Immagini e utopie per le anime pezzentelle, Antologia poetica con illustrazioni di Gelinda Vitale, con un contributo di Gianni Lamagna, Delta 3 Edizioni, 2024

 

 

Nei luoghi segreti

nicchie dei ricordi

per vie che vanno nella neve

vedo che la cenere delle ombre

ha invaso il cielo

Armando Saveriano

 

 

La Sanità: quartiere di Napoli immerso in uno sprofondo che si rivela solo attraversandolo. Dalla Via dei Vergini all’ex Ospizio di San Gennaro dei Poveri voluto nel 1656 dopo la terribile peste. Una strada-cordone tenuta in piedi da inusitate sovrapposizioni di memorie, epoche storiche e wunderkammer all’aperto che chiedono carezza di occhio attento per essere scorte. Quartiere limes tra la città e la campagna, stempera di segni che avviano alla Napoli di sopra, quella della Reggia di Capodimonte e dell’Osservatorio Astronomico, linea d’attraversamento della Corte in sosta al Palazzo con l’immensamente bella Scala del Sanfelice, alta scenografia d’archi sul vuoto, sul verde.

Un ascensore del Comune precipita nel sotto di un avvallamento architettonico in cui morte e vita si stagliano fusionali, morte e vita ramificate in un luogo-utero in cui gli opposti danzano. Appestati, nobili, poveri trovano, qui, requie nel dopo del loro trapasso dando vita ad un flusso di culti e allocazioni capaci di narrare un sentire umano fatto di arcano legame con ciò che, sconosciuto, attraversa profonde paure e ventri di precarietà.

 

Cosa è questo e io chi sono io

 

do fuoco alle parole nei punti cardinali

ebbi origine da esse e in esse brucio

stanotte stanotte

Armando Saveriano

Un’intera città rende onore, facendo ad essa largo, alla morte, al dolore, alla pietas. La città nobile si ferma agl’interrati della Chiesa di Santa Maria della Sanità in cui un gioco prospettico apre a due scalinate marmoree mentre, una tenda imponente, porpora, svela l’accesso all’antro sotterraneo in cui, oltre alle fosse e agli spazi dello scolo che precedono la definitiva allocazione del corpo defunto, l’occhio si sofferma sui corpi aristocratici segnati dai teschi incastrati nelle pareti e impreziositi da affreschi. Teschi incassati nel ‘600,  mostrano sontuosità d’abiti e d’armi dell’umana vanità. Pareti che carrellano il fu dell’essere in vita. Una tenda, teatrale, apre –dunque- su di una cancellata mostrando quanto, alle spalle della Vita, dorme: la Morte ordinatamente inscenata all’interno dello spazio delle Catacombe di San Gaudioso.

E, attraversando ancora, il cordone viario, s’apre la vorace bocca delle Fontanelle, un antro di Sirene, una Scilla-Cariddi vorace che inghiotte mura di ossa, ossa, ossa. Nel loro essere impilate, lasciate inciampare in una infinita ripetizione, esse non s’arrendono e tornano emanando fumi, lasciando emergere culto. Attimo di passaggio focale: una quantità d’ossa che pare non s’arrendi alla Morte, alla dissoluzione. Una quantità che genera culto, rito, credenza tutto incentrato sul tema del passaggio. Non solo venire alla vita è attraversamento di collo d’utero ma, anche, trapassare è attraversamento di collo simbolico che collega passaggio tra terra e oltretomba. Tutto è giocato nel tempo immobile del raggiungimento e della stasi temporanea nel Purgatorio.

Avere cura dell’anima che purga i propri peccati come viatico per aver cura di sé, del proprio desiderio di scampare il pericolo. Luogo simbolico in cui l’umano sentire s’identifica con il superamento dell’ostacolo attraverso una regressione fantastica che si ritiene salvifica. Una dimensione tutta femminile del culto e della cura. Una dimensione filiformemente legata al canto delle prefiche mediterranee, accompagnatrici dell’anima defunta attraverso un lungo lamento-sibilo di discesa nell’anfratto della dissipazione della vita.

Pregare l’anima che si stacca dal corpo ma, pregarla non nella sua essenza spirituale, pregarla dall’interno e per l’interno della sua umana essenza: il peccato. Pregare l’anima per la sua fattezza umana, spuria, pesante, opaca, anima pezzentella, abbandonata, sconosciuta, dolorante, errante. Atto lungo, reiterato di pietas estrema verso l’errabondare affinché, esso, non sia perdita.

 

Lazzaro mentecatto

Cui fu mozzato il sonno

Vagando tra le sbarre del tedio

Rendo la polvere del riposo

Riscuoto la paga per l’aria che mi consuma

Per l’acqua che non mi dislava

Armando Saveriano

 

Un teschio sconosciuto, replicato dagli altri infiniti lì presenti, viene adottato e diviene capuzzella: nel passaggio dall’anonimato dell’infinitamente replicato all’essere adottato, perde indistinzione e acquista individualità. E la capuzzella va pregata, curata, lucidata, omaggiata con il refrisco (la preghiera). E la capuzzella si trasforma nell’equivalente della tenda che è nella Chiesa… se lì s’apre dialogo tra Vita e Morte in uno spazio scenografico che tiene in connessione tutti i prima e tutti i dopo dell’errare umano, qui la capuzzella apre al dialogo del tra sé e sé. Anima pezzentella il cui viatico va sostenuto nella vicissitudine dell’uscita dal Purgatorio, il cui essere diveniva riferimento per la richiesta desiderante di una grazia porta con il pensiero ma, anche, con biglietti colmi di speranza, pretesa, disperazione calma. Di quanti riti è fatto il rito del trapasso?

 

Anche stavolta chiedo consiglio

agli ospiti delle tenebre mappate

creature supreme scavano varchi

nelle esistenze degli infelici

infoltiscono i fogli sottili

di paure furtive silenziose

gufi che planano ghermiscono

opprimono le canne fumarie

delle residue ambizioni lente a spirare

Armando Saveriano

 

Un’antologia in cui l’afflato del sentire si amalgama rendendo intensa e unitaria la resa del testo nonostante la molteplicità dei punti di vista da cui il rito viene pensato e pennellato in poesia.

La dimensione del reale, all’interno del culto, diviene invisibile e una visibilità altra si traccia. In questa visibilità altra s’incista la parola poetica appesa al filo di questa Antologia. Sono pagine in cui visibilità ed invisibilità mostrano il presente e l’attualità di un viaggio di trapassi che intrattiene l’umanità da tempi immemori. E’ un intrattenersi poetico e corale all’interno di uno spazio del tempo reale e presente, tempo nutrito con salti di memoria e occhi colmi di suggestioni. Versi in cui realtà e apparenza, memoria e desiderio, eco e silenzio, buio e sussulto inscenano danza, svelano l’acuto senso della preghiera urlata nella bestemmia di un quotidiano che sfila dalle mani verso un buco d’essere annichilente. Un’Antologia che dice di un’orgia ancestrale vissuta tutta nel tabernacolo della soglia, nel pulviscolo del corpo fatto polvere, nel verso che eleva la putrescenza del nucleo del viaggio umano alla ricerca di riscatto.

Proteggi, antologia della Comunità Poetica Versipelle, raccoglie testi di Angelo Curcio, Pierfilippo Agosti, Andrea Burato, Antonio Califano, Floriana Coppola, Armando Saveriano, Davide Cuorvo, Anna Rita Merico, Luca Crastolla, Lucia Triolo, Emanuela Sica,  Maria Gabriella Cianciulli, Elena Deserventi, Beatrice Orsini, Stefano Giorgio Ricci, Federico Preziosi, Silvana Pasanisi, uno scritto di Gianni Lamagna e Per grazia ricevuta di Silvana Pasanisi. Poeti ospiti: Francesca Albergamo, Monica Borettini, Simone Lucciola, Daniele Miglio, Trizia Pulpito, Daniele Vergini. Progetto voluto in una visione corale da Armando Saveriano, Angelo Curcio, Silvana Pasanisi: visione capace di divenire riflessione attuale sul senso di riti di passaggio nell’ancestale ombellico di miti che, imperituri, interrogano.

 

…Comincio a capire perché l’acero si piega

sopra il tetto di questa frase rimangiata

e perché dal nulla sorge slegata

una poesia come questa è stata

notti e notti fa quando pallidi

fiori emetteva e sporgenza d’immagini

da risanare con foglie masticate…

Armando Saveriano

 

 

NOTE:

  • “Immagini e utopie per le anime pezzentelle. Suggestioni dal Cimitero delle Fontanelle di Napoli” –  Comunità poetica Versipelle, Proteggi, Immagini e utopie per le anime pezzentelle, Antologia poetica con illustrazioni di Gelinda Vitale, con un contributo di Gianni Lamagna, Delta 3 Edizioni, 2024
  • Tutti i versi riportati nel presente testo sono di Armando Saveriano, fondatore della Comunità Versipelle, nell’Antologia testo di  pg 20.
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