In the mood for love – Il capolavoro dell’occasione mancata?

a cura di Paola Nitido

 

“Nel passato se uno aveva un segreto e non voleva assolutamente che qualcuno lo sapesse, lo sai che faceva? Andava in montagna e cercava un albero, scavava un buco nel tronco, e vi bisbigliava il suo segreto e richiudeva il buco col fango, così il segreto non sarebbe stato scoperto mai da nessuno”, dice Chow, uno dei protagonisti del film In the Mood for love, capolavoro di Wong Kar-wai tornato al cinema con Lucky Red il 17, il 18 e il 19 febbraio. Un evento speciale che porta nelle sale per il 25° anniversario la pellicola restaurata in 4K da Criterion presso L’Immagine Ritrovata con la supervisione del regista stesso.

Il film, ambientato a Hong Kong nel 1962, racconta l’incontro fra Chow (Tony Leung) e Li-zhen (Maggie Cheung), lui giornalista lei impiegata in una ditta, che si trasferiscono lo stesso giorno, con i rispettivi coniugi, nella stessa abitazione. Le piccole stanze ritagliate fra i muri, i lunghi corridoi, le scale strettissime sono l’ambientazione di un incontro che si dipana fra gli spazi iconici. Chow e Li-zhen sono spesso da soli, il marito di lei viaggia per affari e la moglie di lui lavora di notte in un albergo, così fra solitudini e nostalgie si riconoscono quotidianamente nei loro sguardi. In the Mood for love è, infatti, un film fatto di occhi che si voltano, che lacrimano, che incantati guardano.
I momenti di essere guidano lo spettatore a vivere l’intensità del loro incontro e quella profondità oggi ci colpisce ancora di più mentre viviamo tempi di incontri invece fugaci.

Nel condominio affollato i protagonisti iniziano una relazione che diventa maggiormente intima quando scoprono che i rispettivi coniugi li tradiscono. In un gioco teatrale i due talvolta recitano la parte degli altri: “Hai un’altra donna?” chiede lei, “si” risponde lui. Il grande orologio Siemens scandisce il tempo e loro si cercano in ogni momento, soprattutto quando la sera Li-zhen esce di casa per comprare la cena, ripresa spesso di spalle, e scende le scale mentre lui sale per rientrare. La sinuositá di Li-zhen, le mani, il bellissimo anello, i capelli ben pettinati di Chow, le tantissime sigarette che fuma: sono frame che non dimentichiamo mentre entriamo nel raffinato e onirico incontro d’amore. L’incontro (di Liu Yichang) è, infatti, il titolo del romanzo che ha ispirato il lungometraggio che nasce come un film a episodi sul cibo: zuppe, riso, carni riempiono la pellicola e raccontano scene di intimità e di Amore fra Chow e Li-zhen.


La poeticità di questo capolavoro è nelle immagini che sono pura poesia e che dialogano con le forme del fumetto nelle inquadrature fisse dai colori caldi, nelle soggettive, nei cartelli. Un film di rara eleganza, malinconico e profondo sull’Occasione Mancata: un amore che si consuma nei gesti abituali e lenti, negli sguardi, nelle telefonate “ti ho chiamato soltanto per sentire la sua voce” ma che poi resta sospeso perché gli altri, perchè “siamo sposati”: “A volte mi domando come sarei, come sarei adesso se non fossi sposato”. Sulle note di una colonna sonora sognante, motore narrativo e insieme cornice, Nat King Cole canta Quizás, quizás, quizás (Forse) e nell’incertezza che gli amanti stiano “sprecando il tempo a pensare” forse del loro amore resta il ricordo di quello che è stato e che poteva essere.

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