Amaneï. Salina

Amaneï. Salina

a cura di Ivana Margarese

Immagini di Lavinia Blasi

 

Con la libreria Amaneï dell’isola di Salina, la nostra rivista Morel inaugura l’inclusione nel progetto banchine, finora dedicato agli editori, delle librerie come luoghi di narrazioni intorno ai libri. Le librerie e i librai hanno storie da raccontare, memorie e immaginari attraverso cui prende forma la visione di una città, di una comunità e di un possibile da condividere per ricordarci di vivere meglio insieme.  Amaneï si trova nel centro di Santa Marina in un edificio costruito dal bisnonno di Elisabetta Di Manbro, fondatrice, insieme alla sua migliore amica Antonella Di Salvo, di questa libreria. Un progetto nato da un incontro, da una amicizia, e dalla voglia di creare, pensare e coinvolgere. Ho chiesto ad Antonella Di Salvo di raccontarmi la loro storia.

Inizio con il domandare da dove nasce Amaneï.

amaneï in tuareg significa “incontro” tra esseri umani, animali, ma anche tra cose inanimate. Un incontro che per somiglianza o differenza ne crea un altro.  Come le dune nel deserto che spostandosi si incrociano o allontanano tra loro creando sempre nuove forme.
È una casa in mezzo al mare, un palazzetto di fine ottocento nel centro di Santa Marina, nell’isola di Salina, una delle sette perle dell’arcipelago eoliano. Riapre le porte chiuse da quasi un secolo per volontá di Elisabetta di Mambro, il 18 giugno 2005, con l’idea comune di restituire al luogo quella “vita” per tanto tempo negata.

Una libreria su un’isola è anche un luogo di incontro e di raccolta, quali le storie che avete incontrato e raccolto in questi anni? Quali invece le difficoltà con cui vi siete confrontate?
Una libreria su un’isola é, in genere, un luogo in cui si approda per curiosità, attrazione, interesse. Ma è anche condivisione di un luogo mentale in cui ri-trovarsi e a volte ri-scoprirsi. Tante sono le storie che ho incontrato negli anni e che hanno arricchito e stimolato le mie conoscenze. In particolare le storie raccontate dalla gente, soprattutto dagli isolani, i più anziani, che mi hanno svelato, attraverso il loro vissuto la storia di un luogo, di un tessuto sociale e culturale che si é modificato nel tempo. Una ricostruzione di memorie, anche emotive, che si intrecciano e si completano facendo riemergere un rapporto più intimo con la storia e la propria vita.
Le difficoltà con le quali ci siamo confrontate si sono rivelate comprensibili nel tempo, Quando abbiamo aperto è chiaro che la nostra idea progettuale fosse assorbita dagli autoctoni come un’idea bizzarra, al contrario dei non-autoctoni, più abituati ad una vita so ciale e culturale cittadina.
Ormai, dopo 15 anni, siamo parte della comunità.

La vostra libreria è anche un gesto di memoria perché la casa in cui nasce è una casa di famiglia. Mi dite qualcosa in più ?
L’edificio era stato costruito da Giuseppe Oliva, bisnonno di Elisabetta, a fine ‘800. Nel 1918 quasi tutta la famiglia fu sterminata dall’epidemia di “spagnola” – una delle più deva stanti ed enigmatiche influenze del secolo che provocò la morte di più di 20 milioni di per sone – suo figlio Angelo, ufficiale di cavalleria in Macedonia, tornando, accatastò tutti i mobili, sprangò e chiuse la casa – e non vi mise più piede.
Alcuni anziani del luogo dicono che parte dell’edificio sia stato anche deposito militare nel la seconda guerra mondiale.
Quando nel 2005 riapre le porte chiuse da quasi un secolo, l’intento è di far diventare que sta dimora un luogo d’incontro, e non soltanto il luogo della memoria familiare, ma un luogo in cui ci si possa perdere tra lavori di artisti, libri e curiosità in un unico progetto che é anche galleria e residenza d’artista.

Amaneï ospita anche una sezione dedicata all’infanzia, a cui dedicate attenzione.
La libreria ospita principalmente testi legati ai temi del mare e del viaggio: geografico, interiore e narrativo, da riscoprire in libri fotografici e di letteratura classica e contemporanea, con una prevalenza di testi dedicati alle Isole Eolie.
Testi sulle e delle donne, sulle arti, sulla Sicilia, con un’ampia selezione di autori siciliani e un’attenzione maggiore per gli editori indipendenti, soprattutto meridionali, che a causa del monopolio delle grandi case editrici hanno più difficoltà nella distribuzione. Inoltre libri di cucina e testi in lingua straniera.
A completare le proposte editoriali una vasta sezione dedicata ai bambini con un ventaglio di proposte alternative sia per età che per argomento.
“Non avevo idea di come si potesse gestire una libreria ma sapevo di volere creare una realtà in cui la gente si sentisse a proprio agio, come a casa propria.”

Quali le vostre speranze e i vostri progetti per Salina e per Amaneï.
La nostra speranza é quella di far diventare Amaneï luogo fisico permanente per noi, per gli artisti e gli scrittori. Una fucina in cui le idee trovino il loro luogo espressivo. Per ovvie ragioni ognuno di noi deve fare anche altro nella vita per sostenere un tale progetto. É nelle nostre intenzioni rendere amanei fruibile in tutti i periodi dell’anno. Trattandosi di una realtà presente in una piccola isola il cammino è un pò più lento, ma non impossibile. Ci stiamo lavorando e crediamo che già ci sia la sinergia tra la nostra realtà e il luogo che ci ospita: Salina

Infine vorrei chiedere di parlare di un libro che vi sta particolarmente a cuore e che consi gliereste per avvicinarci al vostro lavoro. Grazie
È complicato parlare di un solo libro. Ogni buon libro rimane nel cuore e nella mente e nel la nostra vita anche soltanto per una frase, una descrizione, un argomento o un personaggio.
In questo contesto mi sento di “eleggere” LA LIBRAIA DI MARRAKESH di Jamila Hassoune – Mesogea ed. 2012. a cura di Santina Mobiglia.
È una storia reale, dignitosa.
Nella prima parte è la stessa Jamila Hassoune che si racconta in prima persona, con una semplicità umana e una forza che le viene dai libri, reinventandosi un approccio al libro e al mestiere di libraia, in un paese come il Marocco, in cui è difficile anche mantenere in vita una scuola.
La seconda parte é una conversazione tra la curatrice del libro e l’autrice e sul suo impe gno sociale in un paese mutevole come il Marocco.
buona lettura!

 

Biografia

Antonella Di Salvo, si laurea in Lingue e Letterature Straniere ( Scienze della Formazione – Università degli Studi di Palermo) con tesi in Storia del Teatro e dello Spettacolo. Ha cominciato a lavorare nell’ambito teatrale nel 1987. Nel 1992 fonda e dirige il “laboratorio femmine dell’Ombra” e dal 1994 avvia un laboratorio nel quartiere storico “Albergheria” di Palermo (fino al 2002): progetto rivolto al recupero e alla rivalutazione del tessuto linguistico culturale, che ha come elemento comunicativo il teatro, coinvolgendo persone di tutte le età. Dal 1992 al 2003 cura la regia e recita in quasi tutti gli spettacoli sui testi del drammaturgo Franco Scaldati e ne cura le traduzioni. Realizza spettacoli per le Orestiadi di Gibellina e per il Teatro Stabile Biondo di Palermo. Conduce laboratori nelle scuole su itinerari multi espressivi per l’integrazione dei bambini “H”. Tiene seminari su Teoria e pratica teatrale (DAMS di Cosenza, Teatro Lenz di Parma e su Teatro e immagine presso la Facoltà di Scienze e Comunicazione di Palermo e su Teatro e immagine presso la Facolta di Scienze e Comunicazione di Palermo, Università di Roma Tor Vergata).
Dal 2004 al 2011 si occupa di realizzazioni video per il Centro di Produzione Multimediale l’Università di Palermo. Realizza allestimenti per spazi espositivi e cura edizioni di eventi e cataloghi nell’ambito artistico e letterario. Contemporaneamente ha una libreria a Salina (Isole Eolie). (La fotografia di Antonella Di Salvo è di Mirka Farebegoli).

1 Comment
  • Livia Adinolfi
    Posted at 16:57h, 21 Novembre Rispondi

    Che bel ommaggio ! A presto dalla Francia !

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